Angelo Brucculeri - Il problema della terra

-26liberalità, con un pari diritto a servirci di ciò che offre imparzialmente la natura? » (1). Certamente, nessuno vorrà contrastare il diritto che ha ogni uomo a vivere e a provvedere ai suoi bisogni coi prodotti del suolo, e questo diritto, fondato sulla natura specifica dell'uomo, è uguale in tutti gli esseri umani. Ma questo diritto astratto e generico è cosa ben. diversa dal diritto concreto, attuale, particolare. Il primo è unico, come è unica la natura specifica dell'uomo; l'altro è molteplice e variabile, perchè in balìa al flusso della realtà, così multiforme e complessa. Il diritto alla vita, discendendo dalla sommità ideale per farsi concreto e individuarsi nel fatto, assume rilievi, colori, atteggiamenti indefinitamente varii. Questi è un deficiente o un paralitico, vivrà della beneficenza pubblica o privata: quegli è sano e robusto, vivrà del lavoro delle sue braccia. Questi è fannullone ed abulico, otterrà minor copia di beni; quegE è laborioso, solerte, framettente, avrà una parte maggiore al comune benessere. Questi ha trovato alla sua culla una ,somma di onesti risparmi dei suoi genitori, potrà vivere agiatamente, amministrando la sua eredità ; quegli non ebbe altra eredità che i suoi muscoli, ed ai muscoli deve affidare le sue speranze. Così dal diritto astratto alla vita non sorge ne- (1) HENRY GEORGE, Progress and Poverty. New York, Jon. W. Lovell Company, p. 243. B bi oteca Gino Bianco

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