Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- r8 - generazione dovuta alla frode, alla violenza, all'ill'ganno, all'egoismo; donde la necessità di ritornare al primitivo concetto della proprietà collettiva, se si vuole che le disuguaglianze, i disordini, le miserie degli uni e le ricchezze esorbitanti degli altri, cessino di scuotere e dissolvere l'umanità dolorante. « Il costume germanico e slavo, scrive egli, che assicurava a ciascuno l'uso di un fondo da cui poteva cavare la propria sussistenza è il solo conforme alla nozione razionale della proprietà. La teoria della proprietà generalmente ammessa deve del tutto rifarsi, perchè essa riposa su premesse che stanno in antitesi con i fatti della storia e con le stesse conclusioni a cui si vuole pervenire» (r). Lo studio del De Laveleye è uno fra gli esempi più _cospicui con cui una certa critica riesce sempre a piegar la storia in qualsivoglia direzione. Raccogliendo nell'ampia messe degli avvenimenti umani una serie di fatti, e allineandoli con cura sapiente sulla falsa riga di una tesi, lasciandone poi molti altri nell'ombra,. è chiaro che il giudizio viene incanalato verso le conclusioni desiderate. Ma queste non cessano però d'essere insussistenti, quantunque imbellettate dallo spolverìo dell' erudizione. L'autore rifà con cura minuziosa la storia della proprietà fondiaria tra i Russi, gl'Indian.i, gli Arabi, i Cinesi, gli Scozzesi, gli Spartani, i Ro- (1) DE LAVELEYE, op. c., prefazione p. XVIII. B bi otecd Gino Bidnco

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