Angelo Brucculeri - Il problema della terra

-15coli av. C., fino a Platone (429), il quale nell'opera della Repubblica e nel trattato delle Leggi architettava, fra le nu~ole del suo idealismo, un ordinamento sociale in cui lo Stato è il signore esclusivo d'ogni proprietà ch'egli amministra, investe e distribuisce a suo talento. Lungo il corso della storia della Chiesa quel concetto riappare quale deviaz1one dell'idea della solidarietà cristiana per opera degli eretici : come degli Ebioniti nel primo secolo, degli Gnostici nel secondo, dei Manichei nel terzo, e più tardi dei I • Pelagiani, Albigesi, Wiclefiti, Ussiti e molti altri. Il concetto rinasce nei teorici e agitatori comunisti, che si succedono ininterrotti dal secolo XVIII al XIX, e culminano con l'Engels, col Lassalle, col :Marx, formulatore del socialismo scientifico. Ma tutti costoro, a dir vero, agitano una comunione universale di beni,. o almeno dei mezzi di produzione, fra i quali può annoverarsi la terra; ma altri anche senza ammettere in tutto le ideologie comuniste, pret~ndono che almeno il suolo sia sottratto agli abusi dèlla proprietà privata, trasformandosi in proprietà collettiva. I patrocinatori pi'ù noti di questo ristretto programma socialista sono il belga Emilio De Laveleye_ (r) e l'americano Enrico George (2), a cui consentono buon (1) De la pro/n·iété et ses Jormes primitives. (2) Progress a11d poverty. B bi otecd Ginc B1dnco

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