Angelo Brucculeri - Il problema della terra

' I - 124 - strasse la sua maggiore produttività, anche in questo caso noi non potremmo prescindere dal considerare gli altri rispetti del problema terriero, e soprattutto il rispetto sociale, che fra tutti è il più im,portante. Perchè, nell'ipotesi di una superiorità produttiva della grande proprietà, resta sempre un quesito in ultima istanza ed è questo: se una tale superiorità sia stabilmente assicurata, e non possa essere menomata o capovolta da opposte condizioni di « ambiente», da deplorabili conseguenze estraeconomiche, da considerazioni o effetti sociali, che prima o poi verrebbero ad essere dei termini negativi nella somma algebrica dei vantaggi eco_nomici della grande proprietà? Non bisogna dimenticare che la proprietà, comunque divisa, deve essere inserita nell'unità della vita sociale; che la sua funzione economica non si svolge se non in dipendenza di questa. La tesi latifondista, avvinghiata al criterio meramente economico, ci pare infirmata dal vizio dell' astrazione : e non c'è procedimento più fallace quanto valutare un fatto economico non nella « concretezza,, complessa della realtà, ma in una sua forma mentamelmente semplificata,, e quiJ:?,dialterata. Un grande edificio, con quella fuga di piani, che si arrampicano l'uno sull'altro, quasi smaniosi di toccare le nuvole, potrà essere un buon affare (specialmente oggi che è così grave la crisi , degli alloggi) ; ma se avesse una pressione così Bibl oteca Gino Bianco

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