Angelo Brucculeri - Il problema della terra

- 113 - *** Ci siamo fin qui intrattenuti sulle due principali ra,gioni di cui usa ed abusa l'apologia della grande proprietà, ossia la diminuzione di costo e l'incremento della produzione; e le abbiamo trovate pur troppo appoggiate su fondamenti molto cedevoli, e però inabili a sostenere il castello ponderoso della concentrazi<?ne fondiaria. Perchè questo castello stia ritto in piedi, bisognerebbe, a .tutto rigore di logica, stabilire questa proposizione : Una stessa superficie . di terra è generalmente megbio utilizzata da alcuni pochi, che da molti possidenti. Questa proposizione è forse un ,postulato •evidente, o un teorema di Euclide? Chi ha detto che questi pochi saranno generalmente volenterosi, non essendo hssillati dal bisogno, così come lo sono molti? E se saranno dei magnati d'Ungheria che abbandonano zone enormi per la caccia? E se sono dei lords d'Irlanda, che determinano per loro. colpa le crisi frequenti del lavoro? E se sono dei vanitosi che sr,er- ,perano per un'aiuola assai' più che per l'intera tenuta? E se sono dei bravi gaudenti che non si sono mai disturbati di sapere verso quale dei due poli si trovi la loro proprietà? ... 8 Bibl oteca Gino Bianco

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