N. Fulvi, G. Manuzzi - Trattato della messa e della maniera di asssistervi ...

-< 10 >- ( che chi pitt ne assaggia1 piit n' ha fame) , fa che tu abbia chiuse le sopraddcUe porte. Con tutto il qno: rc1 e con tutta l' anima, e con tutta la virtlt tua difigenlemonte attendi a ciò che si dice, e che si fa alla Messa del nostro Signore e sposo dolcissimo Cristo Gcstt . imperò che quando il prete dice : lo entro all' altare di Dio, allora e tu (1) entra nel quor tuo e nella mente tua, e cacciane fuori ogni pensiero vano, c dirizza il tuo quore a Dio. E poi quando si dice : Chirie eleison ; il quale sì dice nove volte, a commemorazione de' nove cori degli angioli ; pensa con ferma credenza che di ciascheduno coro alquanti ne discendono alla detta Messa : e in pegno di ciò incontancnte si comincia a cantare: G1·olia (2) all' altissimo Iddio, e inte1·a pac(}. Il quale canto fu prima detto dagli angioli, quando Cristo nacque della Vergine Maria. E noi ancora lo dobbiamo dire con loro. imperò che noi dobbiamo essere di loro compagnia a lodare Iddio. E di poi si volge il prete ad invitare il popolo ad orazione ; e dice : Orenws. E queste dc' così pensare (3). Poi che noi abbiamo lodato Iddio, preghiallo (4) che ci mandi il suo figliuolo Gesù Cristo, il quale allumina e santifica il popol suo. E poi si dice la pistola. Allora debbi tu pensare che questi sono i messaggi, e altri stormenti (5) che si fanno incontro al Signore che viene. O quanta allegrezza arebhe l'anima che stesse così (1 ) Cioè anche tu. Di e, per anche, veàine es. nel mio Yocab. (2) Cioè Gloria, voce antica e contadinesca. (3) Cosi ha il Codice. (4) Cioè prcghiamolo. (IS) Cioè Strumculi .

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