Luce Fabbri - La strada

27 liare·' (e la famiglia é in questo caso una specie di cooperativa) che si puo perfetMmente inserire in un'economia s~cializzata. Ques~o non é che un esempio;' e se ne potrebbero trovare cento altri. Gia adesso, in mezzo a tutti gli ostacoli che la ,societa capitalista e il crescente predominio ,statale oppongono alle iniziative di singoli o di colletti~ vit,i, possiamo riconoscere il valore creativo -della spe.rimentazione (e per· .sino degli err-ori) e la vit-alita -dei si-sterni misti. L'essenzia•le é che l'uomo sia libero ed il suo lavoro non ,sia sfruttato. Cio non vuol -dire che si debba credere• fatalisticamente nel valore magico della spontaneita. Non s•i tratta di .abbandonare al caso la nascita della societii che dovrii pur sorgere tra le rovine in mezzo a cui ci stiamo movendo. E qui •sorge un altro problema che tormenta da tempo gli anarchici, ma sembra farsi sent:re piti acuto in questo momento, rifletténdosi nel pudore con cui si evita -di definire idealisticamente il futuro. U primo sentimento da cui ci ,si sente pungere quando si cerca di delineare la sagoma della societa in cui ci piacerebbe vivere e che sognamo per i nostri figli é la pa'llra del ridicolo. ,I costruttori d'utopie non sono ~lati, in genere, fortunati con le loro previsioni, non godono di buona stampa e verrebbe voglia di metter loro il nomignolo affettuoso che Gustavo •Modena aveva affibbiato a Mazzini: Pestalaoqua. Un'"uto• pia" anarchica poi ha un altro inconveniente; quanto meno autoritario sia un regime, t•anto piti sarii l'espressione di quella varieta illimitata ch'é inerente allo spirito umano e ,quindi tanto meno ~-iducibile a uno schema. •Gli scherni sono 'Utili, &u una base materiale concreta, limitata nel tempo e nello spazio (come quelli che si fecero in Spagna alla vi• 1;ilia della rivoluzione) e servono •allora come esperienza previa e direi ,quasi come esercizio, anche se !a realta poi ,si mostra sempre molto piii grande d,i. loro. M-a a questo si limita la loro efficacia . . , Al polo opposto dei costruttori di citta solari, stanno i distruttori, coloro ,che -pensano c11e tutto ,sia imputridito nella societa attuale e tutto sia da ,spazzar via, lasciando alla Rivoluzione ,o all'Umanita Futura (con maiuscole) il compito di ricostruire. Sono i fatalisti della spontaneita. Ci so-no poi ,i fatalisti delle leggi storiche, che v,ogliono agire d'ac: cordo con questé' leggi, per •non mettersi fuori .della realta; di.sprezzano - gli "utopisti" da cui in realta ,si distinguono ben poco. Biblioteca Gino Bianco

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