Luce Fabbri - La strada

22 fond·o ohe un pretesto per la pig,rizia di -chi aspetta che gli o1•egalino un mondo nuovo, per cui sarebbe pronto magari a dare la vita, ma per la cui costruzione non si sente personalmente ;esponsabile. Tutto· cio é umano, ma é perpetuato,. trasformato da istinto in abitu4ine, dalla propaganda negativa dei grandi partiti "di massa". Le moltitudini ir· reggimentale ·si muovono in varie direzioni, ma sempre "cantro":_ contro la guerra, contro il capitale, contro gli stranieri, contro gli ebrei, contro i negri, contro i comunisti. . . E' facile unire nell'od·'.o forze umane eterogenee e utilizzarle come masse di manovrn o carne da cannone. E come tali le utilizzano le caste dominanti, orientate tutte verso il totalitarismo. E si va cosi verso la guerra, che gli 'llOm,wi odiano in tutte le loro fibre. come il malato grave odia la malattia cl1e lo condurni alb tomba. V. Neanche la lotta contro la ·guerra puo basarsi piu sulla propaganda tradizio-nale dei parti~i di sinistra. Si é discusso molto 'in questi ultimi tempi negli ambienti anarchici un articolo ~i Ernestan, che, continuando la posizione -cli Rocker durante l'ultimo confJ:tto mondiale, si traduce so• stanzialmente in un. appoggio alle "democrazie occidentali". A questo atteggiamento, che ha qual-cosa di ,suicida e dis.parato,, non si possono oppor.re evidentemente le parole di cin'quant'an.ni fa. lon la nostra ·posizione é. _cam• bi:rta, ma la natura stessa dei fattori che trascinano l'umanita alla guerra. La nostr.1 posizione é la stessa, ma bisoi;'na definirla semp1·e di nuovo, in relazione con l'ambiente che la ckcond'a, in cui anche la guerra é diventata · - un pericolo totalitario, non minaccia cioé piu una moltilucijne di vite, ma la vita in se stessa. D'altra parte ,il nazionalismo non é piu la principale tra le pr-essioni che accecano gli uomini e li lasciano trascinare ad ucci4;lersi. La minaccia, delh guerra incombente si 1~esoola in tutte le lotte ,interne. Lé due -parti in futuro conflitto gia stanno combattendo all'interno d'ogni Stato. La guerra futura sm·a essenzialmente (come gia in parte la passata) una guerra -di "quinte colonne". In queste condiz-' oni non basta piu i~nornre le frontiere, affiliarsi alle diveree Internazionali pacifiste, cercare d'unire tutti coloro che odia~o la gueua, cose abbastanza facili in tempo di pace (1). La domanda da porsi, secondo me, nòn é: come "vincere" in qualche (1) Le linee che seguono, sul problema della guerra, nate dal desiderio cli tentare una confutazione della posizione cli Ernes.tan e destinate ad un congresso anarchico tenutosi in Argentina. sono state pubblicate nel numero dei 5 gennaio 1952 dell"'Adunata dei Refrattari" cli New York. BibliotecaGino Bianco

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