Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

E ·LA MINORITA' ,. 89 il non trovare ostacolo nel ' suo · cammin-o , la imlolenza. ~univa la sfrontate-zza facendole divorare tutta intera la serie sempre crescente delle sue follie, ed era punita da qo..ella col giogo vergognoso. a cui si sommelteva. E si consideri nelle pretensioni dei-· Ministeri di uua democrazia crescente in proporzioni spaventose; pretensioni che iniziate nei circoli popolari, eromp·eano neltà piazza , dove prendendo il carattere di voto popolare, avevano la sicurezl'a ·della -sa·nzione nella supposta impossibilità di man~encre un ·niego. ·Quindi quella -sequenza di Ministeri di seWmane e di' gioruj., q,uando ogni avvocatuzzo linguacciuto, ogni giornalista impronto fece opera di gustare alquante ore di eccellenza, e ·venutoci restava intondilo dal salto, appena avea tempo di sccnciar qualcosa , c tosto per nuo,·e voci so-pravvenute cedeva il posto ad altri , che venivano alla·-- loro volla a imbarazzare i computislà ~elle finanze, che distribuivano per ora e pèr minuti le quote di soldo· a- questa serie di' .l\1 fnistri. Bastò comperare un po' di · genlame che strillasse in una piazza di voler un romanziere od un' ·abbate per capo di' un Ministero , pcrchè un Principe si dovesse ingoiare l'onta di mettersi oggi al>f'ìanco cui ieri ·aveva proscritto, e perché un pae-se catlolico e civile fosse condannato al danno ed alla vergogna di essere governalo per una dellé teste le più balzane , o per un libellista calunniatore, che basterebbe esso solo a formare- il vitupero di una nalilone. Le assemblee medesime dei rappresentanti che dovrebbero essere la vera espressione del popolo, che possono legalmente e debbono sostenerne i dritti, dichiararne i desiderii , prov-vcdcrne i bisogni, queste assem.. 7 ·'

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