Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

IL GENIO DI PIO lX• . 85 • sera Italia f onte che oggimai agguagliano le sue sventure , ma sono tuttavia minori delle sue superbie ! Chi sa se quei prieghi confortati da opere si pietose troveranno ascolto? Ma se la moderna Italia toccherà il vant~ di sperperare il dono di Pipino e di Carlomagno , non potrebbe certo quella successione unica di civili grandezze sortire un termine più onorato. Il mondo sarebbe condannato a distruggere quell'opera sovrana di dieci secoli in quel tempo appunto che le tributava più caldi encomi e più alte maraviglie! Il sol timore che noi sentiamo di averla a veder finil a, è appunto perchè nella nostra pochezza non ne sapremmo pensare una fine più gloriosa. VI. LA MAGGIORANZA E LA MINORITA'. Valore del suffragio universale. - Come la minorità si faccia dispotica. - Abuso della parola popolo. - Ministeri popolari. ·- Rappresentanze non della nazione ma di un partito. -- Infamie romane. - Tirannelli. - Chi fa le rivoluzioni ? ·- Come la maggioranza se ne possa lrarre. - L' ha saputo fare la Francia; - non lo ba saputo l' Italia , - e perché. - Egoismo civile. - Le camere torinesi.- Coraggio Jel vizio e della virtù. - Debolezze italiane. - Rifiuto del suffragio dalla maggioranza. - La radice dei nostri mali in quel ritiuto. - Dolorosi disinganni. - Il valore che si attribuisce al suffragio della maggioranza numerica nella Società, è il primo e più infoJme concetto sotto cui si presenta la democrazia : è alla stes- • l

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