Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

86 LA MAGGIORANZA s'ora l'ultimo rifugio per ricostruire l' ordine sociale quand'ogni altro principio di autorità preesistente fosse ~· enuto meno. La preponderanza che acquistò la prudenza, il sapere, il valore o la virtù è frullo di civiltà almeno iniziata: il predominio della forza bruta è il colmo della barbarie. Se supponete sconosciute le differenti capacità o non avvertile, come sarebbe in una Società che ·, ver· gine di qualunque antecedente, si costituisse la prima volta senza che pure si conoscesser tra loro gl'individui' in questa supposizione, dico, è voce della natura doversi fare quello che voglion tutti. E perciocchè non è possibile avere tutti matematicamente i voleri cospiranti neJJo stesso consiglio, è dettarne non rnen naturale doversi stare al volere di tutti moralmente, cioè dei più , della maggioranza. Non entro a cercare se nella cosa pubblica ogni dirillo risegga nella volontà a questo modo universale; ma egli è indubilato che anche una tale volontà universale non può riputarsi essere giusta e dirilla però solamente che è universale. Quand'anche in essa sola risedesse il diritto, potrebbe averv i rinunziato o averlo moclificato per un patto o tacito o espresso. Nel qual caso anche la volontà universale sarebbe obbligata a stare alla convenzione, ed a suhire le conseguenze naturali di un proprio suffragio. o di on proprio l'alto. Il perchè potendo la maggioranza essere ingiusta, traditrice e fedifraga, niente meno di quello che possa esserlo l'individuo, può per conseguente come questo essere Còlla forza costretta all' adempimento del proprio dovere. Che se questo fosse malage· vole od anche impossibile, in quanto nella maggioranza risiede se non il fatto , almeno la capacita della forza

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