Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

. ' IL GENIO Dl PIO IX. 83 abusi occorsi in queste estreme condescendenze, che per essere del secondo periodo dovrebbero meglio dirsi estorsioni, il certo è che esse servirono mirabilmente alla giustificazion del Papato ed alla gloria della Chiesa. Si vide col fatto che il Principato del Valicano può nella teoria comporsi con quanto si può immaginare i li onestamente liberale, e con ciò glj si guadagnarono lo simpatie di quanti sono amici sinceri di libertà. Ma si vide allo stesso tempo che se nella pra tica non potè effettuarsi innanzi, ciò fù per colpa degl' uomini e per indisposizione dei popoli. La ritenulczza , il riserbo dei passati Pontefici nou può essere più calunniato per assolutismo fanatico e per barbarie, quando si è toccatG cou mano che conosceva troppo gli uomini e le cose , e differendo le riforme non fecero che differir la ruina. Ma il guadagno inapprezzabile è stato lo smascherarsi che han fatto gli llaliani nemici del Pontificato, chiarentlosi per quel che sono nemici della Chiesa e di Cristo. Tre secoli di declamazioni e d'ipocrisie hanno avuto fine una volta. Abbiamo infradiciati gli orecchi dai protesti di codesto fiore di cattolicismo , che essi sarebbero i piu zelanli difensori della Chiesa e dei Papi, se la Chiesa fosse più condiscendente coi popoH , ed i Papi meno restii alle riforme civili ed alle libertà cittadine. Or bene 1 è venuto un Papa quanto nessuno non avria giammui sognato condescendente coi popoli, facile alle riforme; e fù il Capo della Chiesa che cedeva al popolo non poca parte dci suoi poteri. Che si è concluso? Fu proprio allora che ei proclamò in mezzo alla llalia Ju bestemmia, che Lutero avea vomilato tre secoli prima ,

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