Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

8{) IL GENIO DI PIO IX. in Governo che <.la una pari e dev'essere esclusivamente cattolico , e <.laiJ' aUra non potrebbe usare quell' esLrerno rigore di repressione indispensabile perché la stampa fosse esclusivamente cattolica. Tale ci sembrano le armi accordale al popolo in paese essenzialmente inerme e pacifico, e che per conseguente uon ha moLlo da conh·appesarle o comprimerle , caso mai si levassero contro il Principe; il quale non può riserbarsi la libera djsposizione delle forze, come fanno tutti i depositari del potere esecutivo eziandio uelle repubbliche. Tale ci sembrano le Camere legislative in uno Stato che , per una specialità tutta sua propria , ha un Capo che atr ora medesima è il tribunale supremo nelle quislioni religiose. Di qui nelle materie miste il Principe trovandosi in contraddizione col Corpo legislativo, non se ne potrebbe rimellcre ad un tribunale distinto da sè, che concedendo gli assicurasse la coscienza, e negando lo liberasse dalla responsabilità e dalla odiosilà della ripulsa. Con somiglianti elementi qual cosa di questa pw ageYole, che una pretensione incompatibile colle credenze e colla morale cattolica si proponga al Principe Pontetìce? Supponele lo spogliameuto delle Chiese, la libertà dei culti, il malrimouio dei preti , un insegnamento esclu- ~ivamente Jaicale e anticaUolico. Supppncte che una somigliante pretensione si caldeggi dalla stampa periodica, ottenga il voto del Corpo legislativo, abbia l'appoggio delle armi cittadine. Che farebbe in tal caso il Papa ? a lui sarebbe chiusa quell'ultima sfuggita che avrebbe qualunque altro l 'C cosliluzionale e callolico; rimcttcrseue

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