Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

78 IL GENIO DI PIO IX. disinganno. La comune dei buoni , perchè lra i limiti di una virlù mediocre , credendosi non curata non cura , supponcndosi abbandonata abbandona ; e venuta l'ora del bisogno avra risposto all'appello: si volga alle orde di scostumati e di atei che concludevano le orgie notturne c i satornali demagoghi colla bcneùizion pontificia implorala cogli urli e colle minacce dal Quirinale. 11 · qual contegno improvido forse anche colpevole ùei buoni dovetl' essere l' unica ragione perchè il soglio pontificate si vedesse attornialo da uomini che aveano professato l'ateismo, i cui scritti erano stati condannali dalla Chiesa , la cui v ila era oggetto di scandolo, e che o tornavano dall'esilio o uscivano dalle galee, a cui le lentate rivolture e le consumale fellonie aveali condannati. Manco di uomini vi costringeva il Pontelìce, il quale si confidava altresì di averli ravvcduti e leali , vinti che doveano esiCre dalla. larghezza dei benefizi e dalla illimitata fiducia. ta nobile condotta di Pellegrino Rossi mostrò che la fiducia di Pio non era irragionevole; ma l'assassinio onde fu vittima quel generoso faceagli pagare il fio meno di avere abbracciate, che di aver diserte le inonoratc insegne, e fara rinunziare alla speranza di trovar mai gli appoggi de-l Pontificato nella schiera dei suoi nemici. Costituito Pio IX Ira quelle strette s'intendono le cagioni imperiose eziandio di quelle concesssioni che potrebbero parere inconciliabili cogP interessi della Chiesa ; le quali per le specialità deJle circostanze poleano riuscire pregiudizievoli ai popoli; che fecero inarcar le ciglia alla cattolicità tutta quanta; ma che pure erano le necessarie conseguenze della falsa posizione creatagli dalle diffidenze dei buoni o dalla prodi~iosa imposlùradegl'iniqui che lo assediavano.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==