Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

IL GENIO DI PIO IX. 73 interpretando i1 Vangelo, in altra maniera da quel che racea la Chiesa romana , ne sarebbero venuti gli effetti contrari: libertà cioè, indipendenza, progresso indefinito, cullo civile, ricchezze, prosperità, beatitudine senza fine. Questo , come vede ognuno , è l'anima del protestantesimo : forse la forma più generale sotto cui può presentarsi qualunqne scisma od eresia : avervi cioè due maniere ù' interpretare il Vangelo: la falsa che Ja Chiesa romana adotta e propaga, perché conforme ai suoi interessi : la genuina che i riformatori si arrogano e di cui si adergono a maestri. Cosi la quistione politica e civile si trasformava in religiosa: i Pontefici accusati di non essere buoni Principi, erano per conseguente accagionati di non intendere, rli falsare, di trarlir l' Evangelio ; e di popoli invitati a seuolere un doppio giogo di una sovrauità mezzo barbara, e di un Vangelo adulterato e fatto strumento di bieca politica. Chiunque ha qualche perizia negli scritti antipapali che stanno io restando la Penisola da- tre secoli , dee esser convinto che questo n'è lo spil'ito. E dal tanto dirlo, dal tanto ripeterlo ed esagerarlo si era giunto a persuaderlo anche ad uomini di buona fede. Soprattutlo fuori P Italia , nella Inghilterra , nella Francia, nell' Alcmagna, dove i fatti erano men conosciuti e più travisati per la lontananza, quella supposta barbarie del Governo ponteficale che era stata sempre uno stupore, cominciava ad essere quasi uno scandolo, eziandio tra i caUoliei; massime chi consideri che le idee di libertà essendo colà pili appurale e meglio svolte , sono dai medesimi cattolici sostenute. l piagnistei ed i treni lamentosi onde i patriolti 6

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