Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

TENDENZA RELIGIOSA. 67 clubs e per immorale dal marcio brulicame che sbucava dai postriboli. Che se i Governi provvisorii , o i comitati di salute pubblica volessero investire altri del vostro impiego, o a\'esser bisogno della vostra roba , non sarebbe malngevole metter fuori un giuramento di una Costituzione anticri - stiana, o un voto obbligatorio per qualche Costituent~ scomunicata. A vrcsle un bel dibattervi è consultar teologi ! voi non ne uscireste se non o col rinunziare ai vostri diritti, o col proslituire la vostra coscienza ! Queste ed anche maggiori sventure , frulli infallibili di una demagogia anticaltolica, che come una lenta cancrena si propaga passo passo nella misera llalia , sono consumate in Roma, sono più che annunziate nella Toscana e nel Piemonte, e se non avemmo o antiveggenza per prevedcrle o vigore per impedirle, dovremmo almeno sentire nella coscenza di averle meritate. E che si è fallo per Dio ! che si è fallo fra noi per salvare la fede? chenon si è fatto anzi per ispegnerla ? A giudicarlo dalla nostra infingardaggine, i posteri ed i lontani saran tenlali a dire che l' avevam perduta da un pezzo, e che aspettavam solo qualcuno che venisse a promulgarlo! Non ci sono state pare, vergogne , riguardi ancor miserabili a cui qualche interesse della Chiesa non si sia immolalo; e quando l' abbiam vista violata ed oppressa, ci è mancata perfino una lagrima di compianto e una fredda parola. Si persuadano gl'Italiani di buon senso e di buona fede, e se ne son persuasi , non abbian difficoltà di dirlo e di proclamarlo : la società moderna non ha altra speranza di salute che la religione di Cristo; e per ischivare gli equivoci della ipocrisia, diciamo quella religione clte insegna e pra-

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