Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

Ylll col mantello deJla prudenza , l'appello all'azione non può trovar che ripulsa. La prevcggo e mi ci rassegno. Lo scrivere lontano dalla Penisola mi fa temere; che lo scritto Yi possa arrivare tardivo e quasi stantio pei nuovi fatti' che andranno a compiersi nel tempo che tramezzerà la pubblicazione e la lettura. La rapidità portenlosa onde si succedono gli · eventi dee ispirare questo timore a qualunque non iscriva sul luogo ed a maniera di effemeridi. Nondimeno i giudizii sui fatti seguiti fin quì e lo svolgimento di qualche principio universale, se hanno opportunità, la riterranno, qualunque sia l'aspetto che andranno a prendere le cose pubbliche nella ILalia. Potrebbe eziandio avvenire che i nuovi fatti aggiungan peso c rechino nuoYa conferma a quei giudizii e a quei principii.

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