Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

DI!.LI.' AUTOSOM:lA IT .\LfAl(A. di cnpilani esperti c cii nomini politici, quale forse nessuno Stato di Europa può vantarrte altrettanta, sono stati t}uesti gli clementi che hanno salvata l'Austria, e Ja fnran forse sor:?cre piu forte dalla imminente sua ruina. Ad un monarca meno per gli anni che per s:tnità cagioncvol t•, disuguale al gran peso di quel governo, è succeduto un Principe nel fior della età, forte di spiriti rigogliosi e, é\ quel che dicesi , d'animo risoluto e lt~nar.c. Le ottenute franchigie hanno quicl::tf.o i popoli che pensano ad usurruttuarlc, la preponder(lnza imperiale nella confederélzione ~1lemanna è assin1rala. l'Ungher ia li('t<J della sconfitta df' i Magiari si riscuoterà da un inviso gio~o, e si terrà coulcnla alla suggezione imperiale; sull'Italia vanterà)' Austria novello titolo di conquista. e gli sforzi di~perati di \'eonezia nossono meritare ammirazione , ma da nt'ssun' ant ivrggenza possono pronunziHrsi felici. Aggiuugasi da ultimo un esercito fatto più forte déllll~ vittorie , guidato 1'1<1 capitani risoluti c sperimentati, che se avessero uopo di visitare il Piemonte, ~vrebbero certo poco ad impensierirsi sulle rodomontate clegli abhali presidenti. In ques to stato d i cose il parlar tuttavia di ~uerra non può essere che o per una pre:'on'lione da folle , o per una diabolica ambizione che ad una tenui ss ima probabilità di proprio ingrandimento è par:-tla ad immolare il sangue dei popoli , come altri non getterebbe l'acqua. Dove dunque sono ite le speranze italiane? se non Je yo~liam dire sfumate al lutto~ ci è pur forza l'iconoscerle tradite , ed enormemente piu malagevoli che non erano innanzi. Della quale peggiorata condizione siam debitori alle improntitudini di un partito, che falsando un concetto giusto e veramente nazionale , ha preteso liberare l' llalia

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