Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

42 DRITTO F.: CONVENJKNLA nazione principe in tutto, dovea dar l'esempio di pro.. , oca re una guerra, e quella guerra, colla convinzione di JJon avere un duce sperimentato e capace, quasi ques.lo fosse stato un soprappiù e un accessorio. E tutto questo sembra più del bisogno per coprirci d' ignominia, e per inaridirci o almeno per allungarci , chi sa per quanto, una onesta c quasi com n ne speranza , Ma cì ha di più ~ così infelice riuscita di un improvvido • Hrdimento ha avuto luogo in un tempo in cui l'Impero ;tustriaco subiva una inler·na convuls ione , da far credere t he cadrebbe sfasciato ad ora ad ora, e che avrebbe fallo supporre men difficile )a nosh'a villoria. Cerio quel co"!. lusso di membr-a eter'ogenee e forse ancora pugnanti non ricorda per avventura da pareechi secoli un periodo più trep ide , se solo n" eccettuale il napoleonico. La dieta di Vraucofort che si eleva a contrastare le secolari influenze hnperiali nell' Alemagna federale ; l' Ungheria sollevatada' Magiari che , uon paghi delle prerogative goduté fin qui , vogliono padroneggiarla da despoti ; la Boemia colle Hllre province slave riscosse auch' esse al sentimento della unità ed independenza nazionale; l'· Italia fuggilagli di mano come per incantesimo, e fino la capitale dell' A ustria e dell'Impero che rompe in una ribellione , che quanto ad intensità ed estensione non ha esempio nella storia. Sono scorsi dei giorui nel passato anno, nei quali ~aria stato un problema il cercare, il trovare nel mondq l'Impero austriaco, Ma esso avea dei princlpii vitali che non si spengono. l~ggermente, e che possono invigorirsi neJJe scosse e nell'attrito. La tenacità di alcuni popolì per le paterne tradiziolili, un esercito forte e di~ciplinato, una dovizi~ ' ·.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==