Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

30 LA CO~FEDERAZIONE ITALHNA popolo, cioè nella maggioranza numerica di esso. Più sotto mi occorrerà rilevare questo vecchio ahnso, rinnovato a' di no!'tri , di opprimere c tiranneggiare i popoli a nome dei popoli stessi tiranneg~iati; ma qui si consideri solo riguardo alla confederazione , alla unità , alla Costituente. Avete dunque per voi il voto della moltitudine , in codesto rimescolare a che vi accingete lo stato politico e • sociale della Penisola? nel costituirne che volete fare 1' unità col toglier di mezzo gli attuali Principi che hanno o la realtà o il nome di governarci? Voi non lo avete codesto suffragio della mllggi oranza ; avete anzi il contrario: aggiungo di più: è impossibile che lo abbiate; si che al trar dei conti voi non siete che una infelice riprodur.ione della Costituente francese del 93 , la qua le per vivere un po' di tempo 1ion ebbe altro mezzo che il terrore, non allri puntelli che la proscrizione ed il carnefice. Voi non lo avete questo suffragio della maggioranza; equesto è un fallo di cifre numeriche non possibile a richiamarsi in dubbio da qualunque più sfrontata impudenza. Non dirò Je scene svergognate di Boma pel' trascinare, atterrire, abbindolare quel po' di gentame ragunaliccia che dovea rappresentare la nazione , e dare il suffragio ai già divisali memhri della Costituente: queste scene per nostra suprema onta son troppo divulgate per tutta Europa. Ma se in N"poli, in Toscana ed in Piemonte alla elezione dei c1epnlati non si presentò che appena il decimo degli arrolati nelle liste elettorali, voi non avete il suffragio della moltitudine , neppure pei Governi costituzionali , da cui quella si mostrò aHe·na col non volervi prendere nessuna parte, quando

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