Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

28 LA CONFEDERAZIONE ITALIANA gaa vi spunta, noi non sappiamo. Questo sappiamo nondimeno che tra i due estremi o il principato temporale flcl Papa da una parte, o le catacombe e le servilità avignonesi dall'altra, noi non conosciamo mezzo. .Ma se la catlolicilà tuUa quanta, se la Jtalia cattolica è cimentala a cosi tremendo bivio, ne ha lulla la ohbligazion~ a quest' orda di forsennati rigeneratori , cbe con una prodigiosa ipocrisia stan compiendo l'opera meditata nel secolo quindecimo dal Turco, sospirata nel sestodecimo tra i furiosi • e convulsi suoi trasporti dal frate eresiarca di Viltemberga , e fallita alla sella filosofica del decimottavo. Che giova illudersi? La precipua missione della Costituente italiana dovrà essere il disfarsi dell' autorilà temporale dei Papi, proclamata già dal Machiavelli e posria da! Sarpi come sommo tra gli ostacoli alla grandezza italiana ; e la grandezza italiana, s'intende, è il rinuegare il calto- !icismo. Leopoldo fù salutato in Firenze r-e della Italia centrale ; il gabinetto di Torino , suppouendo lutti i Principi vili e ambiziosi ad un moùo insulta il re ùi Napoli , assegnandogli gli Stati pontHìcali a prezzo della alleanza col Piemonte contro il Tedesco , per dare a Carlo Alhcrlo il Lombardoveneto. Ed è Vincenzo Gioberti, questo mezzo prete e niente cattolico, il quale si facea largo nella Penisola cogl' ipocriti panegirici del Papato, è egli proprio io petto ed in persona che , nella proposizione dell' infame parlaggio sulla tunica inconsulilc di Cristo, gellaya Je sorti , dava Ja voce quis qu,id tollat, come l'uno dci quallr o crocifissori sul Golgota. Ma il sacri lego acquisto non farebbe pro ai giuocalori ! Alla sete di dominio tolla él strumento per ispossessare un grande, inerme cd esule Poulcfice, Iddio ha preraralo il gastigo pel gicrno ap-

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