Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

E LA COSTITUENTE. 25 Che se due Sovrani d'Italia patteggiarono co1la demagogia, dÙe altri ci videro una violazione dei più sacri loro doveri , anche innanzi che soprnvvenisscro le scomuniche; e se Ferùinaudo di Napoli trovò nelle sue armi e nel buon senso del suo popolo appoggio valevole a guarenlire il diritto , la specialità pacifica del Pontificato non lasciò al nono Pio che il potere di mellere in salvo con un volontario esilio la sua dignità e la sua coscic11za. E di questi Principi cziandio e di quesli Stati, anzi dci ponlìficii soprattutto e dci Pontefici dovrebbe decidere le sorti la Costituente ilaliéwa. Alla infamia della fellonia non vi mancava che l'empietà del sacrilegio; e questo è venuto a cumularne le vergogne , svelanùone a ~ulto il mondo la ipocrisia. l dorninii temporali non dirò dei Papi ma della cattolica Chiesa, costiluiscono il principato più antico di quanli mai ce ne siano nella moderna Europa, il raccomaudato a più ~acri titoli, il fondato su basi più salde. La specialissima maniera onde ci si vien dai Pontefici , la qualità <.Ielle persone che ci posson venire , le sahaguardie, i bal-uardi di tutte le maniere ond' è circoscrillo, assicurano ai suoi suggelti innumerevoli guarentigie non possibili pure a pensarsi in altri principati. Di quà la storia dei Papi come Principi temporali è la più gloriosa, la più ricca d'illustri falli di quante mai ne esistano; e se n'eccettuate la sola gloria delle armi , non ci · è nazione o regno quantunque vasto che con quel piccolissimo possa agguagliarsi. Sarei infinito ad accenn(lre anche i sommi capi; ma non ne ho uopo, essendo questo un farto storico conosciutissimo e quasi vulgare. ta quale grandezza lulfa pro1•ria di Roma fù costituita, uon ci ha dubbio , e crebbe 3

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