Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

E LA COSTITUENTE~ 21 l~ llalia che alla diversità e dico anche alta opposizione dell' indole tra vari suoi popoli è venuta aggiung-endo invidie e gare municipali affonate da redate emYlazioni & nimicizie; l' llalia che oltre a tanti elementi di divisione , è sospinta dai suoi medesimi rigeneratori alla piti ~remenda rottura , quale sarebbe quella nel fatto de-Ua religione; l' llalia , dico,_ così- disposta si unificherà in ~anto i demagoghi lo avran proclamato; e nazione ori· gmale in tutto avrà l,. inaudilo privilegio di avervi pensato nel 46 e di averlo eseguilo nel 49. Il quale sogno non si potendo prendere neppur sul serio, noi abbiamo un nuovo e doloroso sperimento di giuste idee travolte , veggcndo il concetto ragionevole, possibile ed onesto di confederalione falsato e tradollo ad un delirio di unità, la quale oltre al consueto effetto di fornire un nuovo strumento di tirannide o di anarchia , non può neppure iniziarsi senza la fellonia ed H sacrilegio. Codesta infamia di Costituente elìe un pogno di scellerati usciti dalle carceri e dalle galere , o degni certo dientrarci , sta promovendo nella Penisola, può egli avel'e altro scopo che d' imporre a ventilre milioni d'·Italiani il loro volere per legge,. e la loro sete di dominazione e di sangue per forma governativa? Ma se la viltà degli uom.iui e la ingiuria dei tern.pi non fa trovare a questo attentato un coolrasto, sarebbe troppa ignominia se perfino gli mancasse un rimprovero t Se non ei bastasse l'animo ùi chiamar le cose coi nomi loro, e non ardissimo neppure di _proclamare quei diritti riconosciuti e sentiti da ogni coscienza che non sia perduta, e dei quali sono sotniglianti conati fa. più svergognata e la più ilil~i.lll.t& 'Violazione.

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