Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

20 LA 'CONFEDEnAZIONE ITALIANA La raz.z.a slara riversatasi dall'Oriente sull'Europa ha. ritenuto nei suoi presso a cinquanta milioni di capi il tipo più scolpito e tenace di unità; ma son forse venti secoli che cammina alla fusione, e nel nostro solo si può dire ehe· v' abbia dato un passo più nella opinione che nella realtà. La Spagna non fu una che pel connubio di Ferdinando e d' Isabe11a nella metà del secolo quindecimo : allora solamente le corone dell'Aragona e della Castiglia si congiunsero per posarsi su di un solo erede ,. aggiuntavi la terza di Granala , che quei due monarchi liberavano dal giogo dei Mori, aiutandosi del senno del cardin al Ximenes e del valore di Gonsalvo de Cordova. I.. a Francia stessa sembra il popolo più uno, più compatto ('i quanti ne furon mai , tutto concorrendo alla sna uniicazione: il suolo, l' indole, la sl0ria , il linguaggio. E 110ndirncno quel gran corpo ch ' è adesso non si è formato che per la successiva e lentissima aggiunzione di varie parti lungo il corso di oltre a sette secoli ; e ciò ora per successione , ora per tratti, ora per marilaggi , ora per ct-ssioni ; talora per conquiste , e talora ancora per compera di suolo. Ma neppure un rninuzzolo le troverete aggregato a solo tito!<> di parlare una stessa lingua o di essere circoscrilto dagli stessi limiti di monti e di mari. J domi n ii del Ca peto nel 987 non erano che l'isola di Francia, la Picardia e l' Orleanese : l' ultima parte nel contado di Avignone non ci si aggiunse che nel 1791; e ,.i resterebbe tuttavia la Savoia ed una parte della SvizZel'a francese. 1:.' Italia meno forse di qualunque altro popolo disposta a codesta unificnzione : l'Italia che ha tante storie quanti i .on.o i iUoi Stati , per non dire quante sono le sue città:

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