Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

E DEMOCRAZIA. 17 ~ncora senza vergogna. Ma considerandolo , com'è di fatto, per una salvaguardia dell'ordine sociale e della sicurezza puhhlica , non crediamo che se ne possano ab· bandonare i doveri , senza nola di avere immòlato alla scellerata audacia di pochi iniqui l' universale della na· zione. Se questa maggioranza temperata ed onesta non ba minacce e grida da strepitar nelle piazze, ha voci e lagrime da farsi intendere al tribunale di Dio. Innanti a questo non sappiamo che le moderne costituzioni abbiano sùebitati i Principi della tremenda responsabilità per le sveuture e per le vergogne dei loro suggelli. Il. LA CONFEDERAZIONE ITALIANA E LA COSTITUENTE. Utilità del concetto fedérativo per la Italia; - rome traYolto in rtnilà. - Difetto di assimilazione fra le parli. - Altri ostacoli. - La Coslituente italiana. - Non può tcntarsi senza fellonia. - Come ci assentisl'e qualche Principe. ·- Speciale sua reità verso il Pontificato. - Il Pap~ re. - Vario conteguo dei nostri Principi. - La Coslitut•nte non Ila il suffragio nnhersale. - Ha il contrario. - Non può ave rlo favorevole. Una eonfcdera1.ione degli Stati italiani esemplata sulla :.ntica elvetica, sull'americana e forse anche meglio sull' alemanna, sttria stata cosa non poco utile e più forse ~ncora decorosa per la Penisola. Il lenlarla, l' ottnnerl~ D()U acchiudeva lesione di alcun diritto; le difficella

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==