Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

E DEMOCRAZIA .. 15 8luomo può indovinare quali violenze ed enormezze covassero solto quella pnrola ! Questa, non altra che questa sarehhe la condizione della Italia C'ISlituila a democrazia: ue sono troppo manifesto segno le simpatie e le tenerezze scambievoli dei socialisti francesi e dei demagoghi italiani. Proudhon e J.edru- Rollin sono gli ammiratori più caldi di tutte le infarnie <.Iella Penisola, i lodfltori ohhligat i ùi Sterbini e di Gioberli : questo prete viluperoso alla sun volla prosti lui l' Evan~clio alle ribellioni , e santificò del nome di Cristo tutte sorte di rivollure , senza escluderne almeno la socialistica. Si che, per concludere, l'Italia democratica sarebbe agli stessiss imi termini c si troverebbe alle prese collo stesso nemico; ma conosceremmo assai poco la patria nostra se ci lusingassimo di avere gli stessi pres.idii da difendercene. Forse non anche maturi per una rappresentanza popolare, con un istinto, con un abitudine ostinata a non volerei intrometlere di cosa pubblica, con una moderazion male appresa,· somiglianlissima alla int>rzia della torpedine , pensate che farebbe la maggioranza italiana nei tempestosi tremiti di una repubblica agoniuante che va a risolversi in anarchia o in socialismo ! farebbe un solto sopra quello che sta facendo in Roma: rincantucciarsi accanto ili domesti co focolare per deplorarvi borbottarulo la iniquità degli uomini e ùei tempi, disporsi a consegnar la pecunia quando sia chiesta, preparare scongiuri , caso mai sian volute le donne, consultar teologi per quando fosse tentata la coscienza, e fare un alto di contrizione dove sia a termini di temer della vita l Con una Società cosi disposta la democrazia non può

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