Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

E DEMOCRAZfA~ 13 t ranquilli? sarebbon finite le gare~ ci resteremmo un poco «t fruire i vantaggi ed il decoro della libertà ? SaTebhe s1olt izia il pensarlo t Proprio allora comincerebbe una nuova Jolta, la più terribile di tutte, perchè si sarebhe tolto 1' estremo ripat'o che sol r,j divide dall' {)rio de~ predpi.zio. }{eslato questo da tutte parli scoperto, si pugnerebbe per ~a vita e per la morte sociale. Il concetto del progresso indefinito negli ordini sociali 'Ci dice troppo aperto., che nella medesima <lemocrazia non si fermerebbe la umana famiglia, ma co1à a-ppunto scorgerebbe schiuso un novello stadio ad inoltrare più innanzi. Cogli ordini strettamente popolari si tolgon di mezzo tutte le distanze politiche, le differenze civili, le distinzioni -aristocratiche, tutto in somma che si attiene a vita pubblica: voi non riconoscete -altre quali-ficazioni c be Ja generalissima di cittadit'lo. E fin qui la impossibilità non contrasta il desiderio.: ci sono condizioni soriali , non manc:mo neppure esempi di popoli ordinati a questa gnisn che prosperarono. Ma esaurita in tutte le sue apparf.encnze quella -ugu;tglianza legale e ci,·ile, se altri perfidia a pur volerla f'Ospingere più innanzi, non gli resta che ad invadere i {l iritti inilividuali, il recinto domestico , le affezioni di famiglia e fino il santuario della coscienza.. Questo è il cotnunismo o il socialismo che sta parato a entrare in C(lrnpo ron tutte le sue pretensioni , come prima gli ordini popolari fossero costituiti. Che se esso comballe per questi , ciò è solo per prepararsi l'arena alla lotta. Questo ccmceUo che , atteso il processo logico delle dottrine demagogiche e le loro esposizi·oni pubblicate per la blampa, non ammette replic~, è un fatto di cui nessuno dubita .in Francia ecl a cui solo 5i cerca un rimedio. Spez-

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