Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

j 2, UBERTA" l' uno,. che si arroga la missione di salvare la democraz·ta: si crederà nel diritto di fare verso dci novantanove assat Pcaaio che non facevano le passate polizie per assicurare O !::l l'assolutismo. E questo vi pare· egli rigenerare i popoli ? () non anzi. è un tr-adirli, un oltraggiarli, un opprim~rli ?· E se io volcisi commettere la suprema ingiustizia d.i appellar tiranni i nostri Principi _assoluti del 47, non al-rei troppe buone ragioni di adagia rmi meglio in quella tiran- • nide antica che in questa nuo,•a? Almeno il suffragio tlella maggioranza dovea valer qualche cosa I E baslaQ gli occhi per vedere il fallo , il senso comune basta per .i-ntendere la ragione, perchè la maggiorant.il in Italia Yorrebhe cento volte meglio tre assc:utisti quali si dicevano Gregorio , LeopolJo e t:arlo Alberto, che qon t.re liberatori che si chiamano SteriJini, Guerrazzi e Gioberti. In questa guisa invece di conciliare gli animi sospettosi alla libertà e procurarsi l'appoggio dell'univ.ersale , si sono anzi giuslincati i sospettosi , resi reaii. i timori, e riproducendo vecchi tradimenti, si è gettala una nazione nell' anarchia , dalla quale non potrà forse- ~edimersi che rio:vertendo delusa e peutila alla condizion di bambina. Ma supponiamo ciò chg non è , ci i}. che 'forse ancor non può esse11e, che tutta l'Italia sia costituila a pura democrazia acquistando sul suffragio universale quell' appog· gio senza il quale gli. ordini meramcnte repuiJblican i , siccome deboli e precarii ,. non è possibile che sussistano•. Supponiamo che i nostri demagoghi siccome hanno l' im.. pudeuza di dirlo , cosi aLbiano il potere di fal'e che tutti gli llaliaui siano· democratici. Forse uhe sa~cwo allo.ra.

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