Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

10 LIBERTA' uua Socicla che non ha poteri distinti c conlrahbi lancia li , ui loro per poter~ i vegliare scambievolmente, contenersi c correg~ers i secondo il bisogno: senza baluardi a distillnuere ed assicurare di reciproche gua renti gie i vari dil"'l rilli e di forti sanzioni i dover i ; una Sociotà somigliante non avrà di cerio che il diritto di rivolta nel!a moltitudine cd il priucipio di ui!'potismo noli' au torità. Il perchè se JtOII vcn~a sostenu ta da speciali tà di origini, di luogo , d' indole c somiglianti, come acc;1de nelle repubbliche • unite di America, non sarà mai stabile; c sonza fermezza è vano spcrar ne prosper ità. J.o sperimento che se ne sl<'t togli endo da un anno in Fran cia non pnò ispirarci molla fiducia , se non anzi può valere a crescere la nostra diffidenza. L'urlo continuo in che ivi sono i vari poteri non abbaslélflZa equilibrati ; 11 11iun conto tenuto dall'aristocrazia che sopravvive e c he non si spegne coll ' égttlilé vergato sù lutli i cantoni; Jo scadimen to nel cred ito pubblico, nei commerci, nell e i ndustrie, preno troppo caro onde il commercia n tè e J> operaio han compero il dritto di metter nell' urna una delle sei milioni d i voci pel presidente della repubblica; gl'intoppi che il (ìoverno incoutra nd ogni passo nell a 11ecessaria repressione dell'anarchia che scaltra o minacciosa si avventa da tutti i lati , sono queste le precipue cagioni per le quali una gran parte de' Fra nc-esi è fastidita della repubblica , pochi si affidano che possa mantenersi. Colla quale disposizione di animi la democrazia 110n può vivere, o viveri~ di una vita somigliante all'a.. gonia, agilata dalle angosce e dalle s trette della morte. · M<' i popoli non morendo come muoiono gl'individui , alle aguuic ùeruocraliche dee ùi necessità succedere un rista-:

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