Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

128 CO~CLUSTONE. comunis ta, per esempio il Constitutionnel, la Presse , il Siècle e fino la Revue des Dcux Jf1ondes, vi verrebbe in rapo che tutti questi signori si sian falli Gesuiti. Nè è a slupirne: all'aspetto di un mos tro che minaccia l'esclusit'ilà del matrimonio, Je affezioni paterne, la proprietà , la famiglia, ogn i gentile istinto, ogni umanità , ogni diritto, , .i so dire che quei signori si farebbero non che (~esui li , ma Cappuccini e Certosini. Tra noi l'onesto laifa lo si mostra freddo e inoperoso , perchè non ha anrora capilo di che si tratta; pure dovrebbe studiar di capirlo per non impararlo senza rimedio dallo sperimento. l\Ja per lutto allrove un ravviamcnlo ed un ristauro degli spiriti callolici in Europa sembraci abbastanza assicurato. Ora parteciperà la Italia a quesli vantaggi ? nell' uni - versai movimento che ha riscosso ed agi ta tuttav ia quasi tutle le contrade europee, qnale sarà la sua porzione? Non pare che si possa uscire da quest'alternai iva: o i l partito eterodosso e demagogico prevale , e s' iniziera iv i uu' era d' irreligione, d'immoralità, di sve ntura , fino a rarle perJere in gran parte la fede. l cattolici , ridotti mi essere una parte, benchè m:1ss ima, subiranno tutte le Ycssaz ioni , i soprus i , le oppressure che la intolleranza delle selle impone ai seguaci della verità, soprattutto nei priuci pii. La porlentosa prostrazione morale della mag- ~ioranza onesta nella Penisola nou ci permelle sperare <laila parte loro la menoma opposizione , ncppur di parole alla invasione deiJa eterodossia ; e da fuori per que- ~to rispetto è vano attendere aiuti , se non forse ne poti emmo essere di saiutali. Una intervenzione fores tiera, implorata meno dai Principi che dai popoli oppressi , ristal,)iJirchbe l'ordine malerialc, fac. cnùolo l'agare , s'intende ,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==