Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

CONCLUSIONE. 127 forbiti che van da Londra a decorare i Pagodi tra l' lndo e il Gange, o gl ' immensi carichi d'oppio che portano al già torpido Cinese il capogirlo, l' ubbriachezza e Ja morte. Se il nostro vedere non erra, forse il tempo di ripigliare la male abbandonata sua via e giunto per l'Europa. Certo gli elementi che causarono quella infelice \Jeviazione stan cadendo , come i cenci di un abito logoro che mal copre una nudità vergognosa. La politica macbiavellesca del!(:' vecchie Corti dee esser finita col bieco assolutismo, di cui fù druda e scavò la tomba: la Chiesa cattolica comincia a frangere i suoi lacci secolari ; e troppo manifesti e consolanti indizi se ne veggono nella Francia incredula, nell' Alcmagna protestante, c fino nell'Austria giuseppista. La piena libertà , massime d' insegnamento e di associazioni, assicurala alla Chiesa dalla nuovissima Costituzione per l' Impero. austriar.o ; l' iniziativa che a quello scopo stesso ha preso, col primo esempio dopo secoli, l' Episcopato alerr.>anno nel consesso di Wurtzbourg; l'esplicamenlo , la forza che ha acquistato in Francia su questo particolare la opinione, sono tre falli di suprema importanza, siccome pe.gno di una rigenerazione religiosa che sarà senza fallo secondata dalla civile. Frattanto la eterodossia finirà coll' essere suicida ; e sta consumando la sua uccisione colle estreme conseguenze che ha tirato dai suoi princi pii , e che troppo apertamente ha proclamato. Il protestantesimo è riuscito al comunismo; e sotto questa divisa si vide levar contro ogni onesluomo, non esclusi molti suoi complici e già caldi difensori. A leggere gli ultimi scritti di Thiers e di Guizot, a vedere il colore che ha preso il giornalismo in Francia, all' eccezione del

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