Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

11ft. DRITTO E DOVE-RE clero che n' è il maestro a1 popolo, s i è visto screditato ' . . e stremato di quella influenza che i laici gli hanno mvidiata c rapita pe1· fa rh e essi monopolio, esercitandola ruinosamente 11ci clubs e nei giornali. Lo spellacolo dell' eroismo cristinno che il chios tro dava ùi sè, c che era sì potente stimolo ' almeno sì em~ace con trnppeso allo srandolo sugli :tnimi della moltitudine , quello spe llacolo , dico, calunnialo, vòlto in deri so, schernito, calpesto : Jir fami glie claustrali di opere più efficaci , di vita specchiata c di morale più pura , sono state schiantate con un'avven tatezza da r~nci ulli c con un furore da paterinlf .\ queste negaz ioni artgiungele gli stimoli pos itivi delle arr iughe popohtri, della stflmpa t.lCr iodi ca , infaticabile a ret are in dubbio i veri mcn contrastati , a f<tl sa re le idee j>iù semplici, ad irritare le passioni più ardenti, e poi sappiatemi dire, se vi possa essere pretensione più ridicola di questa, che cioè la squisita civiltà moderna ha resi couùannevoli e dichiarali inumani i mezzi di' repressione. .Ma. i nostri falli, comandati dalle circostanze, parlan più chia ro e sono più sinceri delle orgoglioso nostre parole; e i poslori, crediamo-, vorranno piuttosto a quelli :.1Uenersi che a queste. Se il futuro sarà come il passato, per ogni casa ges 1ilica o liguorina che avete chiusa , per ogni convento di Suore della Carità o di Dame del sacro Cuore che avete di strullo, arrn~.tU.1Lev i ad apparecchiare quattro o cinque stabilimenti di forza. Una caserma fortifi cala , qua~ che nuova prjgione e due o tre depositi di mendicità ; nè sarà inutile aggiungere qualche sala allo spedale e una tlozzina di nulrici per gli esposti. Quanto a cangiare i convcnt·i in caserme si è cominciaLo.

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