Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia (marzo 1849)

;DlltTTO 'E DOVERE ' in . REPRE [)Sl9:\"E. 103 .ehè uguali nella importanza , noi sono nella dipendenza :dell'uno .d.all' allro.; e cosi s'intende bene , ·-che si può e si dee circosçrivere Ja .libertà per assicurare l'ordine·, laùdove nessuno vor-rebbe mai mantenere la libertà col -~isp~nJiio dell'ordine. E la ragione n' e apertissima, io quanto cioè senza questo , nesSij!,l;a libertà potrebb' essere reale, conservarsi -e vigorire. Se ne interrogate la gente . sensata , non ne porterete altra risposta che questa; e tra lo stato di assedio e le dittature o l'.anarchia, ogni .uom r:lgionevole si terrebbe al primo. Quetlo è .un vivere benchè tra ceppi, questa è un'agonia , una morte; e i ceppi ~arebbero una grazia per l'pomo sul cui capo pendesse ;~a scure. Meglio i Croati .che i Crociati, si .è gr.idato nelle campagne e nelle città lombar~e, scorrazza{e e devastate dalle ;hande del Garibaldi , ma si dirà non meno .per tutta Ja Penisola, come si è cominciato a dire in Roma e in ·roscana. Tanto è imperioso quell' istin lo che al bisogno di vivere ci fa sacrificare ogni cosa ! il perchè l' ollima soluzioue del problema sociale eh e .dicemmo innanzi, sarebbe queUa che rendesse piti raro il caso del dovere sacrificare la tiberta all'ordine , e trov;~ sse modo che il sacrifizio sia meno intenso, e risguardi J.iù pochi capi. Ma in ogni caso il sacr ifiz io si dee fare , rfl ùccoro, la prosperità, tutti insomma i beni morali c materiali che costituiscono il b~n essere ~i un convitto .dv\le. È vero: la repressione è uno s cemamento di libertà Ilcgl' indivi~ui su cui si .esercita; ma è vero non meno .che dove non ci ha altro mezzo a conserrare un ordine _.~costituito, essa t! .una esigenza essenti"le d~lla Soc.ietà ; 8

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