Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Scritti metodologici noi riteniamo che lo storico, e con lui il sociologo, deve risolvere problemi di fatti e leggi, e non di valori. Quali cause produssero un dato evento? Quali effetti lo seguirono? Questi sono problemi quantitativi. Una data azione va lodata o censurata? Questo è un problema qualitativo. Esso appartiene al dominio del moralista e non dello storico o del sociologo. Quando usurpa il compito del moralista, l'attività dello storico o del sociologo rientra nella definizione aristotelica di attività pratica. Ciò che è assolutamente necessario è che lostorico o il sociologo tirino una linea fra i momenti in cui scrivono come moralisti e quelli in cui il loro scopo è di fornire informazioni relative al modo in cui le cose sono ~vvenute e avvengono. I "propagandisti" si presentano semplici come storici o sociologi spregiudicati e imparziali: lupi in vesti di agnelli. Oggi il pubblico trova sempre piu difficile distinguere la "propaganda" dall'informazione leale. Quasi quasi ci si domanda se molti libri di storia o di scienze sociali non siano altro che "propaganda" con note a pie' di pagina. Ma è possibile nominare almeno quattro americani, non piu viventi, che meritano d'essere chiamati storici: Henry Charles Lea, per la History of the lnquisition in the Middle Age; Frederick Jackson Turner per The frontier in American history; Edward Raymund Turner, per The Privy Council in England in the seventeenth and eighteenth Centurieç; e Charles Homer Haskins per T he N ormans in European History. Questi erano storici sul serio che nessuno oserebbe definire "propagandisti." Adamo Smith non fu un "propagandista" ma un onesto sociologo quando scrisse La ricchezza delle nazioni, dal momento che dette quanto onestamente riteneva fosse la verità anche se in qualche punto poté ingannarsi. Quando discuto se la storia e le scienze sociali sono scienze, io m'aspetto che il lettore penserà a ricercatori della verità e non a propagandisti. Vi sono anche ibridi fra lavori storici e lavori art1stic1. In un romanzo storico quale / tre moschettieri, di Alessandro Dumas padre, pochi fatti ricavati dalle fonti storiche sono mescolati a molti fatti immaginari per formare un'opera d'arte. Nessuno se la prenderebbe con Dumas neanche se nessuno dei tre moschettieri fosse mai esistito. Come vi sono romanzi storici, vi sono anche romanzi scientifici, come quelli di Jules Verne o di H. G. Wells. Come la scienza ncn diventa arte solamente perché vi sono artisti che adoperano le conoscenze scientifiche come materiale per la costruzione della loro fantasia, cosf la storia non diventa un'arte solo perché vi sono romanzi i quali si prendono col passato le stesse libertà che altri artisti coi dati della esperienza immediata. Le biografie romanzate differiscono dai romanzi storici per il fatto che sono basate su una piu schietta aderenza alle fonti storiche. I caratteri e le situazioni non sono mai immaginarie; il punto di partenza della fantasia è sempre un fatto tratto da qualche documento storico. Tuttavia la fantasia lavora con una libertà alla quale lo storico non è autorizzato. Lo storico deve limitarsi a costruire soltanto quelle ipotesi che 140 BiblotecaGino Bianco

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