Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Storia e scienza sono rese necessarie dall'incompletezza del materiale, mentre il biografo letterario aggiunge ipotesi del secondo e del terzo grado che non sono improbabili di per sé, ma non hanno l'appoggio di una prova documentaria. Le biografie letterarie sono senza dubbio piu emozionanti e seducenti di qualsiasi opera di storia e piu efficaci per la diffusione della conoscenza storica fra un largo pubblico. Ma ciò non ostante esse non sono opere storiche. Sono incroci piu o meno felici fra storia ed arte. Esistono opere di storia che sono anche opere d'arte. Ma queste non sono ibridi né dovrebbero essere classificate sotto la categoria delle attività artistiche. Lucidità, colore, vivacità, una forma strettamente aderente ai fatti sono requisiti apprezzatissimi in ogni prodotto di attività intellettuale. Il libro di Tyndall sui ghiacciai e quelli di Fabre sulla vita degl'insetti sono opere di scienza di prim'ordine e al tempo stesso bellissime opere d'arte. Tyndall e Fabre sono scienziati; il loro scopo era la descrizione scientifica e non la creazione artistica. Il fotografo che fa la fotografia di una persona fa opera di storico. Questo vale anche per l'artista che dipinge un ritratto della stessa persona. Tuttavia l'artista non si limita alla riproduzione meccanica dei lineamenti fisici della persona, ma cerca di rivelarne il carattere omettendo dettagli irrilevanti e concentrandosi sui tratti essenziali. Mediante la selezione egli produce un'opera storica di maggior valore di quella del fotografo. Ma la sua opera quand'egli ritrae una persona reale non rientra nella stessa categoria aell'opera ch'egli produce quando dipinge un soggetto immaginario. Raffaello, dipingendo il ritratto di papa Giulio II, fece opera di storico anche se questa fu al tempo stesso una grande opera d'arte; d'altra parte dipingendo le sue Madonne, egli produsse opere d'arte, ma non opere storiche. Nessuno chiede se la sua Madonna somigli alla vera madre di Cristo e moglie di Giuseppe. Ma noi tutti vogliamo essere certi che Raffaello ci abbia dato effettivamente il ritratto del vero Giulio IL Senza queste certezze le idee che si associano al ritratto di Giulio II sarebbero inibite da dubbi. Dal punto di vista storico preferiremmo a un ritratto arbitrario dipinto da un grande artista qualche quadro dovuto a un artista mediocre, purché fossimo certi che costui fece del suo meglio per conservarci almeno i tratti fisici dell'originale. Noi possiamo, dunque, ripetere con Shelley che "ogni storico degno del nome è un poeta" a patto d'interpretare queste parole non nel senso che ogni storico degno del nome è niente altro che un poeta, ma nel senso che è non solo uno storico ma anche un poeta. Peraltro, l'elemento essenziale della storiografia è l'accertamento dei fatti. Se lo storico è per giunta un artista, tanto di guadagnato. Il suo pubblico non rifiuterà le emozioni estetiche, ma esigerà soprattutto una informazione corretta, e ai romanzi affascinanti di Walter Scott preferirà gli scritti disadorni ma validi di Coulton sul Medioevo. Questa è la ragione, per cui nel legger i libri di Strachey noi ci troviamo sempre a disagio, perché non siamo mai sicuri se le sue affermazioni sono estratte legittimamente da 141 Bibloteca Gino Bianco

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