Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Molj(tta 1954 L " " h ' . . . dl e paranze, c e sessant anm or sono erano un cenuna10, sono e tutto scomparse innanzi ai motopescherecci. La pesca è fatta da 11O motopescherecci. Mentre una paranza (com– posta di due barche con vele latine o "bilancelle") imbarcava una volta da 16 a 20 uomini (tra padroni, pescatori e mozzi), un motopesca imbar– ca oggi dai 5 ai 12 uomini (capitano, motorista, aiutante e lavoranti). Ne consegue che le famiglie viventi della pesca sono discese a circa mille: meno che la metà di quelle che si contavano nell'ultimo decennio del se– colo passato. E questo mentre la popolazione si è quasi raddoppiata. Inoltre i pescherecci, che una volta andavano a pescare sulla sponda opposta dell'Adriatico e sulle coste della Grecia, della Turchia, dell'Egit– to, della Libia, della Tunisia, oggi possono lavorare solamente lungo le coste dell'Adriatico meridionale e nello J onio, essendo la pesca inibita nelle altr~ zone. Si aggiunga che lQ sfruttamento sempre piu intenso del mare, aggravato dalla pesca illegale notturna lungo la fascia costiera, ha portato ad un impoverimento della fauna. Il pesce, affluito sul mercato di Molfetta nell'annata 1953, ascese ad · oltre 50.000 quintali, per un valore di circa 600 milioni. Bisogna però te– ner presente, che non tutto fu introdotto dai pescherecci locali e consu– mato localmente: _in parte affiu.1da pescherecci di altri centri, per essere esportato verso l'Italia centrale e settentrionale, essendo Molfetta centro di esportazione anche per i pescatori dei paesi limitrofi. Si può calcolare che sieno stati consumati localmente 10.000 quintali di pesce, per il va- lore di piu che cento milioni. . Il ricavato della pesca, detratte le spese di commissioni, i diritti di mercato, l'imposta di consumo e le spese per la nafta, viveri, ghiaccio, contributi assicurativi, "panatiche" all'equipaggio (lire 130 a testa), viene ripartito nel modo seguente: il 57% al padrone del motopesca e il 43% all'equipaggio. La quota spettante all'equipaggio viene ripartita nel modo seguente: 3 parti al capitano, 3 parti al motorista, una parte e mezza all'aiu– tante, una parte a ciascun marinaio e mezza al mozzo. Nell'annata 1953, i marinai hanno percepito una compartecipazione variabile dalle 15 alle 20.000 mensili, secondo l'andamento stagionale e l'attrezzatura e la potenza del loro motopesca. I marinai hanno inoltre diritto al pesce per uso della famiglia (" buzzetta "), agli assegni familiari, all'assistenza malattia per loro e per le loro famiglie, e alle varie previdenze per invalidità, disoccupazione e vecchiaia. I marinai disoccupati, dietro segnalazione della Capitaneria di porto alle agenzie marittime di Genova, Trieste, Napoli ed altri porti, sono inviati colà per essere imbarcati su navi mercantili, a turno. Nei periodi di imbarco guadagnano in media dalle 50 alle 80.000 lire al mese, su cui possono fare larghe economie. Inoltre godono di un'assistenza sanitaria gen~rosis– sima (ad onta delle molte ruberie), si industriano col contrabbando e· nei periodi di sbarco si dedicano alla pesca e a qualunqve altro lavoretto occa– sionale. NelFinsieme, si può dire che questo gruppo della popolazione, che 657 BibliotecaGino Bianco

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