Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale sulla fine del secolo passato godeva di un benessere relativo, ha visto peg– giorate le sue condizioni dall'introduzione dei moto pescherecci e dalla pe– sca divenuta meno produttiva. In séguito all'introduzione dei motopesca, sono sorte una decina di of– ficine meccaniche per l'impianto e la riparazione dei motori, una decina di cantieri per la costruzione di natanti, e altre industrie sussidiarie. Si tratta di piccole aziende, ognuna delle quali dà lavoro a poche decine di operai. Le nuove costruzioni godono un contributo governativo pari al 40% del costo. I cantieri falsificano i costi, e 'i contributi cosf spillati al Governo vanno divisi fra costruttori e proprietari. Quando il natante ne ha bisogno, o fa le viste di averne bisogno, viene il trucco de1le riparaziemi. I pescicani di Milano e di Torino divorano i miliardi; i pesciolini meridionali succhia– no qualche migliaio di lire: importazione invisibile. Anche i molini e i pastifici,· che. lavorano grano e farine importate, i circa 50 frantoi per la produzione dell'olio, le 15 segherie, le 19 fornaci di calce, le fabbriche di laterizi e di piastrelle per pavimenti, i calzaturifici, gli stabilimenti di olio al solfuro, occupano non piu che poche decine di ope– rai per uno. Questi operai, diciam cosf "industriali," non arrivano al mi– gliaio. L'industriq piu attiva è la edilizia, dovuta all'accrescimento della po– polazione e al maggior benessere, che esige case con camere piu numerose anche per le classi popolari. Comunque, anche in questo campo siamo ben lontani dalla "grande industria." Non si può dire che gli operai vivano in miseria, data la continuità della occupazione. I proprietari di terre - c'informa la signora Minèrvini - erano 1793 nel 1813; 2640 nel 1880; 2669 nel 1896; 3674 nel 1923 (dopo la prima guer– ra mondiale}; 4148 nel 1944 (dopo la seçonda guerra mondiale); e 4328 nd 1953. Grazie al blocco dei fitti, imposto durante la prima e la seconda guer– ra mondiale, e alla inflazione monetaria, molti di quei piccoli borghesi, che vivevano di rendita, hanno dovuto vendere la terra ai fittaioli coltivatori, che spesso si sono arricchiti con la borsa nera. Nel 1813, 2 proprietari possedevano da 200 a 500 ettari; 3 da 100 a 200; 12 da 50 a 100; 15 da 25 a 50. Oggi non c'è piu nessun proprietario che possegga piu di 100 ettari; uno solo possiede da 50 ~ 100 ettari; 9 soli da 25 a 50. Mentre scrivo, apprendo che quel proprietario avvicinantesi ai 100 ettari è scomparso: alla sua morte, la sua eredità è stata divisa fra due figli maschi e tre femmine. Marx osservò con occhio chiaro certi fenomeni che avevano caratterizzato la rivoluzione industriale inglese, e cred~ che tutta la socie~à capitalistica fosse destinata ad· attraversarG le stesse fasi. Il caso di Molfetta non è il solo che abbia smentito la sua previsione. '.È difficile distinguere la classe dei fittaioli da quella dei proprietari, perché spesso il fittaiolo è anche proprietario. E qualcuno è anche "grosso" proprietario, ~e chi possiede venti o venticinque ettari in proprio si può di- 658 BibliotecaGino Bianco

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