Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale rapida preparazione ed esecuzione dei lavori, mentre il personale rimaneva stazionario o magari veniva diminuito nelle province, i cui braccianti non erano elettori, e perciò non godevano di nessuna influenza politica presso il Governo centrale, e perciò non ottenevano lavori. Per conseguenza quella parte di miliardo, che le cooperative rosse sono riescite a disputare alle bianche e alle verdi, è andata a finire, in prevalenza, dove sono andati a fi– nire i lavori pubblici dei venti anni passati. È il vecchio gioco che continua, salvo naturalmente qualche modificazione di dettaglio: per esempio, le pro– vince di Bari e di Foggia, che sono all'avanguardia del movimento socia– lista meridionale, cominciano ad essere ammesse alla divisione degli utili. L'ufficio del partito socialista, secondo il vecchio Manifesto dei comuni·– sti, non è quello di concedere a qualunque domanda di qualunque gruppo proletario un patrocinio cieco e incondizionato. Il partito socialista deve inserirsi nelle iniziative istintive dei singoli gruppi, sforzandosi di inqua– drarle negli "interessi comuni a tutto il proletariato" secondo quella "in– telligenza delle condizioni, della direzione e dei resultati generali del mo– vimento proletario," che costituisce la nota distintiva del partito socialista di fronte agli altri partiti operai e democratici. Non sembra che deputati ed organizzazioni socialiste abbiano piu alcun ricordo di questo canone del Manifesto dei comunùti·. Non appena una coo– perativa,. una Lega, un'Amministrazione comunale riesce a procurarsi uno straccio di deputato, il primo pensiero che si presenta agli spiriti, è quello di convertire immediatamente l'influenza politica, cosf acquistata, in favori diretti o indiretti del Governo a profitto del gruppo, senza alcuna preoccu– pazione delle ripercussioni, che quei favori possono avere sulla situazione generale del paese e della classe proletaria. La guerra non ha, dunque, creato, neanche in questo campo, nessuna situazione essenzialmente nuova: ha solamente ingrandito le proporzioni dei fenomeni: dove prima erano a gridare in cento, oggi sono in mille; dove prima si domandavano milioni, si domandano oggi miliardi: sono ingigan– tite le spinte e le reazioni, le minacce e le paure; ma le direzioni dei movi– menti sono rimaste - nelle linee fondamentali - immutate e immutabili. La società - ha detto Cattaneo - è una macchina lenta a muoversi, e ru– morosa: e spesso fa molto rumore, e non si muove affatto. Eppure, cominciano ad affiorare qua e là sintomi caratteristici di nuo– ve tendenze, che meritano di essere segnalati come accenno a un possibile diverso avvenire. Il suffragio universale, portando gli elettori da tre a nove milioni, intro– ducendo nel gioco delle forze elettorali la grande massa dei lavoratori agri– coli, e dando a questi la prevalenza numerica sul proletariato industriale, ha sconvolto da cima a fondo l'antico equilibrio politico, e costringe ormai tutti i partiti a slargare enormemente il terreno delle loro preoccupazioni, e a rinnovare radicalmente le loro tattiche. 610 BibliotecaGino Bianco

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