Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Tirando le somme La guerra, poi, strappando per quattro anni all'isolamento tradizionale tutti gli uomini validi delle campagne, ha precipitato in pochi mesi quel processo di lievitazione spirituale, che il diritto di voto, da sé solo, non avrebbe prodotto se non gradatamente, col lavoro di almeno una generazio– ne di organizzatori e di propagandisti. Le organizzazioni economiche socia– liste, che nel 1910 contavano 400.000 soci, sono salite nel 192-0a 2 milioni e 150.000 soci, di cui 760.000 agricoltori. 13 Inoltre la rappresentanza proporzionale, rimescolando in grosse circo– scrizioni provinciali o interprovinciali le antiche piccole colonie elettorali dei collegi di un deputato solo, ha reso piu agevole ai gruppi, anche piu arretrati, la conquista di almeno un rappresentante alla Camera; ha incate– nato insieme, se non altro nella medesima circoscrizione~ le sorti dei gruppi piu forti a quelle dei piu deboli; ha reso assai difficile e pericolosa quella politica corporativistica e localista a cui gli spiriti si erano avvezzati nelle condizioni assai diverse del periodo prebellico. Finalmente, la tecnica dell'organizzazione economica e politica non è piu un monopolio dei socialisti. Il partito popolare denuncia nel 1920 una massa di 1.182.921 organizzati, di cui 944.792 agricoltori. E. l'Unione sinda– cale italiana, guidata da sindacalisti e anarchici, inquadra mezzo milione di aderenti. Le conseguenze della nuova condizione materiale cominciano già a ve– dersi nella legislazione sociale. I contadini hanno fatto, nel 1918, la prima conquista nel decreto-legge per l'assicurazione contro gl'infortuni agricoli. È vero che nel 1919 le pensioni per la vecchiaia sono state congegnate in • modo che solamenté il 23% di coloro, a cui volevano far credere di essere destinate, si trovasse in grado di approfittare del congegno: e va da sé che anche questa volta quel 23% comprende piu specialmente i gruppi che go– dono di una piu antica tradizione organizzativa, mentre la quasi totalità del proletariato agricolo, salvo che nell'Emilia, e specialmente nelle regioni piu povere e disorganizzate, rimane fuori della porta a contribuire, con la sua parte di imposte, alle pensioni della· minoranza. E anche i sussidi di discc– cupazione sono stati ordinati in modo da fare l'identica fine. Ma è evidente che per questa via non è piu possibile continuare. O i condottieri socialisti dei gruppi cittadini meglio organizzati allargano rapi– damente le loro vedute, e si dedicano sul serio ad una campagna sistematica per estendere le riforme sociali alla intera classe proletaria; o, specialmente nelle campagne, il partito socialista sarà sbalzato di seggio da altri partiti nella concorrenza elettorale. Analoga necessità per il problema dei lavori pubblici e delle finanze locali. Il denaro, con cui il Governo centrale fa i lavori pubblici e i prestiti e i sussidi, con cui tiene su gli Enti locali e li incatena sotto il controllo 13 RIGOLA e D'ARAGONA, La Confederazione generale del lavoro nel sessennio 1914-1920: rap– porto al Coniresso di Livorno, Milano 1921, p. 122. 611 BibliotecaGino Bianco

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