Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Tirando le somme o in danno dei siderurgici, e legittimare tutta l'azione politica di questi pseudo-indu– striali per aggrapparsi sempre piu strettamente alle ~palle dello Stato. L'unica pretesa da affacciare era quella del non intervento; data la minaccia di crisi, si doveva pretendere che i siderurgici tentassero di superarla con le loro sole forze e col sacrificio dei loro azionisti, anzi che con quello delle banche e di tutti i contribuenti. O tutt'al piu, se per un malinteso timore di scosse economiche troppo violente, si riteneva assolutamente necessario d'intervenire per evitare o ritardare la crisi, si doveva imporre come con– dizione preliminare, a qualunque aiuto dello Stato, che fossero svalutati gl'impianti e ridotti i capitali in rapporto alle condizioni effettive delle imprese. Invece, col tacito consenso e quasi col plauso dei socialisti, si è permesso che ancora una volta s'impe– gnasse a fondo l'erario dello Stato e se ne compromettesse irreparabilmente la finanza, per tenere in piedi una macchina enorme, che serve soltanto ad impoverire il paese per arricchire un ristrettissimo numero di plutocrati. Si potrebbero moltiplicare all'infinito i documenti della mentalità oligar– chica, che ha continuato a funzionare nelle organizzazioni e nei deputati socialisti anche nei momenti delle piu esaltate esplosioni rivoluzionarie. Ci sia consentito ricordarne solamente un altro, come il piu caratteristico forse fra tutti. Nell'estate del 1921 il Ministero stanziò un miliardo di lavori pubblici per la stagione invernale 1921-22. Per soddisfare tutte le domande locali, un miliardo era insufficiente. Allora lotta accanita a chi prima arrivasse a im– padronirsi del miliardo: lotta fra socialisti, popolari, combattenti, fascisti; e lotta, anche, sotterranea, fra i diversi gruppi regionali dello stesso partito socialista. Motivo per cui il direttorio del Gruppo parlamentare socialista in– vita il Governo (27 settembre 1921) a "predisporre un piano di lavori pub– blici, i quali verranno graduati secondo il criterio della possibilità di· imme– diata esecuzione." E un deputato socialista massimalista intransigente emi– liano spiega, sul Secolo del 1° ottobre 1921, i motivi di questa proposta: Non si deve confondere ciò che legislativamente è uno stanziamento di fondi per opere pubbliche, con l'effettiva possibilità di erogazione dei fondi stanziati. Quando un fondo è stanziato per determinate opere pubbliche, esso viene ripartito nelle varie regioni d'Italia, ma non tutte queste hanno la capacità di assorbire il fondo nello stesso modo e nello stesso tempo; di guisa che esaminando il bilancio dei lavori pubblici si vede che annualmente sieno piu alte le cifre dei residui, che non quelle delle ero– gazioni effettuate sui fondi stanziati. Noi proponiamo dunque un sistema inverso; anziché chiedere nuovi stanziamenti di fondi in genere per opere pubbliche, partiremo dalla formulazione di un programma determinato di lavori pubblici necessari, li gradueremo m ragione di urgenza e di possibilità di immediata esecuzione. Niente di piu semplice a prima vista. Solamente bisogna osservare che, se "non tutte le regioni hanno la capacità di assorbire il fondo nello stesso modo e nello stesso tempo," questo dipende dal fatto che il Genio civile opera con diversa intensità nelle varie regioni; e questa diversa intensità di– pende dal fatto che nel passato ventennio le regioni _- e in primissima li– nea l'Emilia - in cui erano concentrate le avanguardie socialiste organiz– Zflte?ha,nn9 ottenµto dal Govçrno tutto il personale tecnico necessario alla 609 BibliotecaGino Bianco

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