Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale * Che cosa vuole per esempio il Gruppo parlamentare? Mancia compe– tente a chi sa dircelo. Fa una casa del diavolo nel 1908 contro l'insegna– mento della dottrina nelle scuole; ma vota nel 1910 la fiducia nel ministero Luzzatti, che lascia le cose come sono: perché, allora, fare tanto chiasso due anni prima? Chiede le pensioni per la vecchiaia, che importano milioni e milioni di spesa annua: ma nelle trattative che han preceduto la forma– zione del ministero Luzzatti, non ha posto come condizione del suo voto favorevole l'impegno da parte del Governo di non consumare con aumenti di spese militari le risorse finanziarie necessarie alle pensioni. È vero che a questi aumenti il Gruppo si è poi opposto, provocando un appello' nomi– nale; ma che serietà c'è a votare contro il Governo negli appelli nominali, che non hanno importanza politica, per votare a favore nelle votazioni importanti, dopo essersi astenuti dal toccare certi tasti in quelle trattative, che precedono le formazioni ministeriali e che creano l'obbligo di votare proprio nelle votazioni importanti? - Il Gruppo parlamentare proclama, d'accordo con la direzione del partito, nel febbraio 1910, che combatterà ogni ministero, che non prenda l'iniziativa di una riforma elettorale a base di suffragio universale, e per amore del suffragio universale un deputato arriva finanche a parlare di azione insurrezionale e di barricate: e un mese dopo, caduto il ministero Sonnino, ad una adunanza di deputati repubbli– cani e socialisti, che avviene durante la crisi e. che può avere una grande importanza nel determinare l'indirizzo della crisi medesima, manca piu della metà dei deputati socialisti; e fra gli intervenuti ce n'è dieci che riten– gono opportuno di non deliberare nulla e di "attendere gli eventi II come persone che non hanno nulla da dire (Avanti!, 23 marzq 1910); e la pro– posta di affermare la necessità di una "profonda riforma elettorale" passa con soli tre voti di maggioranza; e nella seduta della Camera del 30 aprile, il Gruppo vota la fiducia nel ministero Luzzatti, dichiarando però che non ha fiducia, e che il si equivale al no, e giustifica il voto con la considera– zione che l'on. Luzzatti ha bensf rifiutato il suffragio universale, ma ha anche promesso di presentare a novembre, ma non di far approvare, una riforma elettorale, di cui l'on. Luzzatti non dice nulla, l'Avanti! dice che raddoppierà il numero degli elettori, e l'on. Turati dice (Avanti!, 3 maggio 1910) che non si sa quel che è e non si sa come andrà a finire. È un conti– nuo tentennamento, un dire e disdire, ridire e contraddire eterno, in cui si rive1a a meraviglia il disorientamento generale e il disordine delle idee, o meglio la mancanza di idee centrali nell'azione del partito. I nostri depu– tati, come il nostro partito, non sanno quel che debbono volere. All'infuori di pochi volenterosi, che si sforzano di trattare problemi di interesse gene– rale, ma non sono d'accordo fra loro, e chi tira verso l'anticlericalismo, chi vuole la riforma elettorale, chi sogna leggi sociali (senza quattrini), e tutti sono paralizzati dallo scetticismo e dalla indifferenza dei piu; - e questi 396 BibliotecaGino Bianco

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