Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Prefazione problemi di ordine politico, che non hanno in sé nulla di socialistz'co,ma che condizionano le possibilità di sviluppo di un _movimento socialista. Tali riforme, tra cui primeggiano l'affrancamento dal protezionismo e il suf– fragio ai contadini, si collocano su una linea che è in antitesi a quella per– seguita dai governi, ed il socialùmo meridionale diventa necessariamente antigovernativo per principio, ritenendosi in dottrina rivoluzionario e anti– statale. Il movimento operaio, e per esso i riformisti, ha non solo il dovere morale ma l'interesse politico a venire incontro al mondo contadino meri– dionale, perché esso stesso non riuscirà mai ad attingere, per via pacifica, nuove mete se non sarà disfatta la reazionaria deputazione meridionale, rap– presentante dei soli interessi padronali, asservita a qualunque governo che non tocchi il dazio sul grano, che le lasci mano libera nelle amministra– zioni locali, che tenga a freno con le armi ì contadini. U riformismo sarà in grado di sanare la frattura all'interno del partito e di mantenere aperta la propria prospettiva gradualistica solo se riuscirà a farsi rappresentante di tutta la classe lavoratrice e non dei soli operai organizzati. Ma la corrente riformista batte altra via. Minoritaria per quattro anni . all'interno del partito, essa ha conservato però il controllo del Gruppo par– lamentare, e ad essa si vanno ricollegando le maggiori organizza:àoni pro– letarie, sindacali e cooperative, che precisi interessi di categoria spingono verso il riformismo. La, Confederazione Generale del La,voro nasce ini que– sto periodo, ad iniziativa di riformisti, per sottrarre al sindacalismo rivolu– zionario le sue posizioni di forza nel movimento operaio, nell'attesa di po– terne espellere i rappresentanti dal partito, una volta che l 1 a crisi interna della sinistra sia arrivata alla dissoluzione della corrente. Il ritorno dei riformisti alla testa del partito, nel 1908, è piuttosto il frutto di un intenso sforzo organizzativo nel movimento operaio e della insanabile debolezza degli avversari, che nòn il risultato di un ripensa– mento e di una revisione delle posizioni tradizionali'. Accade anzi che l'om– bra di Bonomi nella polemica antisindacalista prenda corpo ed esca alla luce con un libro su Le vie nuove del socialismo, che. è la teorizzazione rivestita di panni bernsteiniani di un corporativismo senza orizzonti. E dietro Bonomi è la neonata Confederazione Generale del Lavoro, è il mo– vimentd, cooperativo, al suo fianco è uno degli uomini migliori del par– tito, Leonida Bissolati. Nell'ambito della corrente Sa/vernini si colloca all'estremo opposto, e tra il 1908 e il 1910, nonostante la tremenda sciagura che lo colpisce con la perdita dell'intera famiglia nel terremoto di Messina, la sua azione tocca le punte della piu alta intensità. Il riformismo della maggioranza è messo sotto accusa con estrema durezza, viziata a volte da intemperanze, come è il caso dell'attacco alle cooperative; ma i consensi non mancano, sono· anzi i piu larghi di cui l'azione di Salvemini abbia mai goduto nel partito. Sono con lui Modigliani e Morgari; è con lui, per la prima volta relati– vamente unito, un settore notevole del socialismo meridionale; guardano a 2 XVII BibliotecaGino Bianco

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