Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Prefazione lui con calda simpatia i giovani socialisti e gruppi della sinistra, liberatasi ormai di Ferri e dei sindacalisti-rivoluzionari. L'obiettivo primo è l'impe– gno pieno del partito nelragitazione per il suffragio universale politico, a conclusione di una revisione prof onda del tradizionale indirizzo riformista. Il congresso del 1910 è l'ultimo al quale Salvemini partecipi, ed il primo nel quale egli abbia parte di protagonista anche nel gioco dei gruppi e delle correnti. Piu vicino politicamente a Bissolati e a Bonomi, sensibile però anche a certi motivi della polemica salveminiana, Turati tenta un'o– pera di mediazione, che non si solleva dal piano tattico, e che non varrà peraltro a liberarlo, qualche tempo dopo, dal pesante e amaro compito di associarsi alla condanna della destra bissolatiana e bonomiana.' Nell'ordine del giorno so,stenuto da Turati è fatto cosi posto alle idee e alle proposte di Salvemini e di Modigliani, ma nell'ambito della corrente la chiarificazio– ne non è av71enuta, gli uomini non sono cambiati, il "wille schopenaueria– no" non è emerso. Il "salveminismo" - nasce in questa occasione il ter– mine, tra le proteste dell'interessato - resta un impasto di genialità, di generosità e di follia, che non si fonde con le posizioni tradizionali, non vi penetra, non le rinnova. Unico motivo di conforto è l'impegno solenn_edel partito per il ,rnffra– gio universale, con la prospettiva di una grande agitazione democratica nel paese. Il suffragio universale arriva, frutto non già di una conquista, bensi di una concessione, improvvisa e imprevista, di Giovanni Giolitti. Un anno dopo il congresso Salvemini, senza .gesti clamorosi·, abbando– na le file socialiste. La motivazione che Salvemini dà del suo distacco dal partito è il di– sgusto per l'incapacità che esso aveva dimostrata, assorbito com'era dalle sue lotte interne, di promuovere una preventiva agitazione contro l'impresa libica, quando già se ne vedeva il disegno, ma ancora la decisione non era stata presa. Di quella motivazione, e piu ancora delle dichiarazioni che l'accompagnavano, Gino Luzzatti coglieva;, in amichevole polemica, i punti deboli, ricevendone una pù, persuasiva risposta: il motivo vero stava nella convinzione, in lui radicatasi, che il partito socialista non fosse piu in grado di quello sforzo di rinnovamento interno necessario per trasformarsi da organizzazione di dif e.sa di interessi settoriali, in forza politica capace di avviare la trasformazione dell'intera società italiana, per mancanza al tempo stesso di idee chiare e di fattiva volontà. La batta.glia di Salvemini entra da questo momento in una nuova fase, e si svolge tutta attraverso quel singolare strumento di educazione e di azione politica, che fu L'Unità. Tentarne un bilancio sarebbe lungo e arduo, né la cosa rientrerebbe nei limiti di una nota destinata ad inquadrare una raccolta di scritti disse– minati lungo un arco di tempo troppo ampio_ perché tutti i nessi ne ap– paiano evidenti. XVIII BibliotecaGino Bianco

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