Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Prefazione La svolta nei tradizionali indirizzi della politica interna italiana al– l'alba del nuovo secolo avviene su un terreno meno avanzato di quanto Salvemini non avesse auspicato, ed egli la valuta con occhio critico, ma senza pregiudiziale ostilità. Il consolidamento delle libertà politiche e l'im– petuoso rafforzamento che ne deriva al movimento operaio, che scende in lotta sul proprio terreno di classe, riportando consistenti successi, son gli avvenimenti che inducono Salvemini a ritenere maturi i tempi per una po– litica nuova dei socialisti. La questione meridionale era rimasta fino a questo momento al mar– gine del suo impegno politico, ma egli ne era già venuto chiarendo· i te1·mini in una serie di scritti, dove· essa appare come l'aspetto piu vistoso e serio per ragioni strutturali, piu compatto per ragioni storiche, della 1 questione contadina, ed involge gl'indirizzi di fondo della politica interna e della po– litica doganale e fiscale del paese. La divergenza fra Turati, vale a dire il socialismo riformista nella sua migliore espressione, e Salvemini prende corpo in questo secondo· periodo. · Con Turati, egli concorda su alcune cose di non secondaria importan– za: il valore della libertà politica, pregiudiziale ris_pettoad ogni altra riven– dicazione; il rigetto dell'intransigentismo dottrinario e del rivoluzionari– smo "bagolone"; la necessità per il movimento operaio di allears~ con gli strati economicamente attivi e politicamente democratici della borghesia. Ma Turati pensa che la fase del rafforzamento organico del movimento ope– raio sia ancora lunga, che l'opera di auto-educazione, di auto-emancipazio– ne attraverso la gestione degl'istituti proletari e delle amministrazioni lo– cali sia appena agl'inizi, che manchi ancora al proletariato italiano quel "wille schopenaueriano," quell'autonoma volontà politica, senza di cui non è possibile porsi fini ambiziosi di protagonisti del rinnovamento dell'intera società italiana. Il riformismo sociale, per dirla in linguaggio salveminiano, ha ancora davanti a sé molta· ,rtrada da fare prima di poter diventare rif or– mismo politico, il movimento socialista ha ancora da maturare pri'ma di essere in grado di i'ncidere sulla direzione, dello stato. È un disaccordo che non si valuta i'n termi'ni di torto e di ragione. Turati è realista nel valutare i limiti del suo partito, dando peraltro a Sal– vemini l'unico aiuto che egli possa dare: consentirgli di usare della Critica Sociale quale tribuna per le sue idee ed immetterle per un cosi autorevole tramite nel dibattito interno del partito. Salvemini è meno realista, ma vede piu lontano, quando nella questione meridionale individua un passaggio ob– bligato nella m.arcia del socialismo italiano, che esso non può eludere senza snaturarsi, senza rompersi alla lunga e corrompersi. Dietro Turati egli in– travede, e assai per tempo, l'ombra di Bonomi, "il socialista che si conten– ta," l'uomo che identifica il socialismo con la difesa degl'interessi delle or– ganizzazioni proletarie emiliane e liguri, il rappresentante tipico di quella tendenza al corporativismo, che si innesta sul tronco del socialismo rifor– mista e ne raffrena e devia lo sviluppo. xv BibliotecaGino Bianco

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