Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Prefazione potenziali, se non attuali, centri di raccolta di intellettuali ignoranti, moral– mente fiaccidi, deva.stati dal greco e dal latino, che scambiano il loro disa– gio, o la foro fame, per socialismo, e, son disposti tranquillamente a barat– tarlo per un z·mpiego o per un posto in un consiglio comunale, a consumare i peggiori soprusi a danno dei contadini e al servi.zio dei padroni. Lo sviluppo del movimento operaio nel Nord non è concepito però in forme schematiche e fatalistiche, come frutto dell'ammodernamento delle strutture, bensf come risultato di un inserimento attivo di e,sso nella lotta politica, che ha negli anni di fine secolo momenti drammatici, e non con– sente neutralità,. neanche mascherata da intransigenza classista. Gli elementi fideistici esistenti nella dottrina marxista valgono infatti in periodi di crisi a sviluppare nei militanti un'enorme capacità di resisten– za, ma possono anche ispiràre atteggiamenti di passiva attesa. Il "pessimi;. sta" Salvemini crede innanzi tutto nell'azione degli uomini, e nel dibattito socialista intorno ai compiti del partito di fronte ai conati reazionari che a ondate successive percuotono il paese, introducf!t piu di ogni altro una carica volontaristica e attivistica, intrisa anche di ingenuità e di estremismo, ma ricca di risonanze e feconda di effetti. ' La polemica di Salvemini tocca tutti i piani. Su quello etico-politico c'è l'attacco con le armi della indagine storica al mito carducciano della epopea sabaudo-garibaldina; sul piano strettamente politico vi corrisponde la de– nuncia della monarchia come roccaforte e centro di direzione della reazio– ne in Italia, donde l'indicazione di una piattaforma politica che non si li– miti alla difesa della legalità violata ma muova all'attacco contro gl' istituti reazionari e ponga i socialisti entro uno schz"eramento meno· vasto, ma piu omogeneo e combattivo di quello ipotizzato e promosso dai dirigenti del partito; sul piano tattico infine c'è la proposta, forse partita da lui, e da lui comunque strenuamente difesa, dell'ostruzionismo ad oltranza nel Par– lamento e nel paese. Il socialismo di Salvemini si qualifica cioè fin da questo periodo come riformismo politico prima che sociale, scettico di fronte alla ineluttabilità delle palingenesi totali, ma non alieno dal ricorso a tutte le armi per con– quistare graduali riforme. I suoi· interventi nel dibattito intorno al programma sono ispir;ati agli stessi princi·p{ L'organicità di un programma sta per lui prima nel metodo e poi nel contenuto, la sua validità sta piuttosto nella elasticità che nella rigidità delle rivendz'cazioni, ciascuna delle quali può diventare la prin... cipale, in relazione allo sviluppo della situazione, al verificarsi di determz·– nati avvenimenti, all'aprirsi di certe brecce nel fronte avversario. Unico motivo costante, che tutti gli altri collega, è quello autonomistico e federa- . li.stico contro lo stato monarchico e centralizzato. XIV BibliotecaGino Bianco

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