Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Prefazione nologicamente l'impegno meridionalistico, ma ne costituisce la premessa e ne indirizza il corso. Dal marxismo gli vengono i criteri di metodo che egli originalmente applica allo studio della società meridionale; dal messia– nismo socialista gli viene quella religione laica che egli scoprf a Firenze, e di cui a Firenze rievocò la scoperta, quando ritornò sulla cattedra che il fascismo gli aveva strappata. Le posizioni politiche che egli aveva assunte nei primi anni di milizia socialista, concorrono tutte, del resto, a dimostrare, come il meridionalismo, con tutto quanto di angusto e di querimonioso esso tradizionalmente porta con sé, sia non già il punto di partenza ma quello d'arrivo, di una arti– colata elaborazione, storicamente motivata, in cui lo scioglimento del nodo di problemi che va sotto il nome di questione meridionale, diventa la con– dizione pregiudiziale per la trasformazione dell'Italia in paese civile, ed il banco di prova quindi dei partiti che si pongano come partiti di audace rinnovamento o di rivoluzione. Il primo scritto che si riproduce in questa raccolta è, da questo punto di vista, già abbastanza significativo. L'anno è il 1896. Salvemini ha ventitré anni. L'oggetto della discussione è la sede del nuovo quotidiano socialista che sarà lanciato nel giorno di Natale di quell'anno. I meridionali chiedono Roma, perché il giornale possa meglio legarsi al Mezzogiorno. I dirigenti del partùo concordano, a gran, maggioranza su Roma, perché qui è la ca– pitale politica del paese, e qui, dirà Bissolati, bisogna accamparsi per insi– diare da presso, nella sua roccaforte, il nemico. Salvemini è per Milano, per la capitale del movimento operaio, dove piu consistenti ed estese sono, nella città e nelle regioni vicine, le forze socialiste, per cui minore sarebbe l'onere finanziario, grazie alla maggior diffusione, e piu rapido e solido il vantaggio propagandistico e politico. . Dietro tale proposta affiora già il convincimento, esplicitamente espres– so in altre occasioni, che il problema principale del momento sia quello di potenziare il partito, dotandolo di tutti i necessari strumenti di lotta; e questo non è possibile ·ottenerlo se non convogli'ando le migliori en·ergi·e e i maggiori me:zzi verso le organizzazioni operaie e socialiste piu robuste, le prime cioè, che siano in grado di gi·ungere a piena maturità, e di com– battere quindi impegnative battaglie per sé e per gli altri. A tal fine per– tanto va subordinata anche l'azione politica e rivendicativa del partito nel suo complesso, fino a quando la fase della crescita non sia superata. Non suscettibile di sviluppo appare invece, per il momento, a Salve– mini il movimento socialista nel Mezzogiorno, nonostante le rosee illusioni che. qui si nutrono e gli episodici successi che vi si colgono. Il suo giudizio sul socialismo meridionale è realisticamente severo, sia che si tratti di movimenti di masse, sia che esso verta sulle sparute orga– nizzazioni politiche ivi esistenti.i La sommossa dei "fasci" siciliani è per lui un moto di antica convulsa jacquérie, che col socialismo non ha nulla a che vedere; i circoli di partito delle regioni continentali gli appaiono come XIII BibliotecaGino Bianco

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