Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Le memorie di un candidato I repubblicani, al solito, sono caduti sotto il peso della loro correttezza (sic) e del loro disinteresse (sic) e come molti dicono della loro straordinaria ingenuità (sic). La sola persona, che poteva vincere, il nostro amico Filiberto Vesci... fu il turlupinato; e rispose da repubblicano (sic); raccomandando ai popolari di non scindere le forze, d'ingoiare anche questa amarissima pillola, e votare per il Salvemini. Il Giornale d'ltali"a nel numero dell'8 aprile 1910 scriveva: La situazione, dato l'atteggiamento incerto dei repubblicani, non è chiara. Ancora il 10 aprik, i repubblicani non si erano decisi. Si riunirono a Marino e deliberarono di invitarmi a " tranquillizzarli sulla mia passata condotta di fronte al loro partito" (Giornale d'ltaHa, 13 aprile). Ed ecco in che modo io li tranquillizzai, a Marino, " dove piu resistente ed arcigna era verso di me la popolazione, repubblicana in maggioranza" (Avanti! 13 aprile), in un discorso che feci la sera dell'n .aprile: Certo io non condivido tutte le opinioni del partito repubblicano: se cosf fosse, farei parte del partito repubblicano, non del partito socialista. ~fa solo per errore o per mala fede mi si può far passare come un sistematico mangia repubblicani. Ho polemizzato talvolta con uomini e con gruppi ,del partito repubblicano, la cui opera mi pareva si allontanasse dalla linea della vera democrazia. La stessa opera di critica e di richiamo io ho compiuta piu spesso e piu acerba contro uomini, anche eminenti, dello stesso mio partito. E nessuno nel mio partito ha messo mai in dubbio la mia fede e la mia lealtà democratica. E se il mio partito pretendesse di farmi rinunciare a questa libertà di critica, offrendomi in compenso un ufficio di deputato, io rifiuterei l'ufficio, ed uscirei dal partito, che non sarebbe piu una organizzazione di uom1m liberi. Il vostro Napoleone Colajanni, ha molte volte criticato acerbamente l'opera dei socialisti e dei repubblicani e dei radicali. Eppure egli è sempre uno degli uomini piu eminenti e piu benemeriti della democrazia, appunto perché la sua critica sempre leale, sempre aperta, era fatta nell'interesse della .democrazia. Uomini come Napoleone Colajanni sono necessari nei partiti democratici, anche se dalla loro sincerità e indipendenza siano condannati talvolta a rimaner soli. A questo tipo di uomini, éon minore forza d'ingegno e con minore autorità, appartengo io. Nella mia opera passata non c'è nulla di cui io possa vergognarmi, perché ho sempre agito con buona fede e buona volontà. Colpi ne ho dati e ne ho ricevuti. Dei colpi ricevuti non mi dolgo; dei colpi dati mi dolgo~ solo m;l caso che, pur operando in buona fede, io abbia compiuto opera ingiusta ... Questa lotta dev'essere combattuta da parte nostra con la piu scrupolosa lealtà di mezzi, per darci il diritto di impedire ad ogni costo la pastetta degli avversari. Se queste esortazioni mie non fossero ovunque scrupolosamente rispettate, io non accetterei l'uffizio di deputato, se eletto al primo scrutinio; o mi ritirerei dal ballottaggio, lasciando ad ognuno la propria responsabilità. (Avanti!, 13 aprile; Giornale d'Italia, 13 aprile.) Queste dichiarazioni lasciarono, com'era naturale, il tempo che trovarono. E nessuna collettz·va dichz·arazione uffedale di adesione alla mia candidatura fu mai fatta dal partito repub~lz·cano, anche se alcuni repubblicani mi appoggiarono o ·meglio si dettero l'aria di appoggiarmi. 179 BibliotecaGino Bianco

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