Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana Le rappresentanze del collegio di Albano si unirono a Marino il 6 aprile. Ed ecco che cosa riferisce delle loro discussioni il Giornale d'Italia del 7 aprile, le cui informazioni coincidono pienamente con quelle date contemporaneamente dall'Avanti'! dello stesso g10rno: Ad onta della coraggiosa (!) nnunz1a di Filiberto Vesci alla candidatura offertagli da numerosi gruppi di repubblicani di tutto il collegio, i suoi amici ed ammiratori piu devoti non vogliono rassegnarsi a rispettare la volontà di lui. Nelle ore pomeridiane ha avuto luogo qui in Marino nei locali del teatro Cavallotti il comizio degli elettori repubblicani del collegio per deliberare in merito al contegno da tenere nella prossima elezione politica. La commissione nominata nel precedente convegno (collegiale e repubblicano di Albano del 29 marzo: vedi innanzi p. 169) proponeva il seguente ordine del giorno: " La commissione, prese in esame le condizioni della prossima lotta elettorale, e avute notizie dal Salvemini dell'accettazione della candidatura offertagli, sebbene precedentemente rifiutata, e nella quale ha dichiarato di persistere, anche dopo essergli stato partecipato che non tutti i partiti popolari hanno accettato il convegno di Albano; Delibera, di fronte a tale atteggiamento, di non presentare agli elettori la candidatura di Filiberto Vesci, per non sfruttare un buon nome in una lotta che dividendo i partiti popolari in piu campi riuscirebbe infeconda, lasciando ai proponenti della candidatura Salvemini la responsabilità dell'eventuale sconfitta. " Ma l'assemblea si manifestò subito contraria all'astensione, ed esaminò con severo spirito critico l'azione svolta dagli altri partiti componenti il blocco, tendente ad escludere la candidatura Vesci, unico candidato che poteva avere probabilità di successo, e raccogliere sul suo nome anche i voti degli elettori indipendenti - e non son pochi nel collegio - che ne apprezzano il carattere fiero e la specchiata onestà. Dopo tre ore di discussione a grandissima maggioranza fu deliberato di invitare il Vesci a desistere dal suo ritiro ed acconsentire che la sua candidatura sia contrapposta a quella del Valenzani. Come si vede, i repubblicani del collegio erano divisi fra una grandissima maggioranza, che voleva sempre portare il cav. Vesci, ed una minoranza che proponeva l'astensione dalla lotta. Il cav. Vesci, con lettera pubblicata nello stesso numero del 7 aprile dal Giornale d'Italia, ritornò a rinunziare alla candidatura "onde il partito non si presti al giuoco dell'avversario (Valenzani) "; e consigliò 1 repubblicani a " rimanere nel blocco. " 11 Ma l'irritazione continuava. La Roma del popolo nel numero dell'8 aprile 1910 scriveva: 11 I fatti han dimostrato che non bisogna vedere in questa seconda rinuncia nessuna prov_a di generosità, come credetti io nella mia, proverbiale, " ingenuità " di quei giorni,. Per 11 cav. Vesci insistere sulla sua candidatura, dopo che io avevo lasciato porre la mia, significava cadere insieme a me, " sfruttare " il suo nome inutilmente e suscitarsi contro rancori inestinguibili nei socialisti: oramai per questa volta era giocoforza rinunziare; però la . repubblica poteva preparare il terreno per un'altra volta, e nello stesso tempo ... vendicarsi. Non altrimenti il ragno, disturbato nel suo lavoro, subito riprende a tessere pazientemente la sua tela ... BibliotecaGino Bianco

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