Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte prima o come solo compenso di un peggioramento delle sue condizioni economiche, politiche e militari nell'Adriatico. E l'on. De Martino, nella seduta della Camera dei deputati del 22 mag– g10 1902, prende posizione su questo terreno: Qualunque estensione dell'Austria lungo le coste dell'Adriatico, qualunque sua mossa verso Salonicco, o qualunque mossa della Russia verso Costantinopoli, possono non soltanto sconvolgere l'attuale equilibrio politico, ma far nascere la piu seria minaccia e il piu irrimediabile pericolo per l'Italia. E credetelo pure, nessuna compensazione in altre parti del Mediterraneo, sarebbe di fronte a quello rimedio adeguato. 32 A conferma di que·sti indizi, ce n'è un altro, forse piu caratteristico. L'on. Cirmeni, che è stato sempre considerato in Italia, come uno dei piu fedeli interpreti della politica austrofila ad ogni costo, spiegava nella seduta della Camera dei deputati del 23 maggio 1902, le intenzioni del governo austriaco nella maniera seguente: Nel pensiero recondito del governo austro-ungarico, come l'Austria-Ungheria lascia ampia libertà d'azione all'Italia sulla costa settentrionale dell'Africa per il caso in cui lo statu quo sia là insostenibile, cos1 l'Italia dovrebbe lasciare piena libertà d'azione al– l'Austria-Ungheria nei Balcani per il caso in cui lo statu quo non potesse piu esservi mantenuto. 33 5. I protocolli militari della Triplice Ma il ravv1cmamento italo-francese faceva nascere, di fronte alla Tri– plice, un problema g~nerale ancora piu complesso e piu delicato di quello specifico, che era imposto dal semplice fatto dell'accordo tripolino-maroc– chino. Anche risoluto, infatti, questo problema. circoscritto, in che modo, i do– veri dell'Italia, partecipe della Triplice, potevano conciliarsi con le esigenze di quell'" amicizia generica" con la Francia, che era come l'atmosfera, in cui l'accordo tripolino-marocchino aveva potuto formarsi, e fuori del quale l'ac– cordo non avrebbe potuto né perdurare e tanto meno realizzarsi con una vera e propria conquista al momento opportuno? Su questo punto, l'on. Zanardelli parlò assai chiaro nella intervista sto– rica del 25 marzo 1901 al New York Herald: In ogni caso, se la rinnovazione dei trattati avverrà, essi non avranno altro obbietto tranne quello del mantenimento della pace, ed è assolutamente necessario che sia dissi– pato ogni sospetto di animosità verso la Francia, sospetto che piu di una volta ci fu manifestato. È debito di noi tutti lavorare a questo scopo, giacché Francia e Inghilterra dovrebbero in ogni momento rimanere amiche. 72 32 CAMERA DEI DEPUTATI, Discussioni, XXI Legislatura, 2a sessione, p. 1961. 33 Ibidem, p. 2025. BibliotecaGino Bianco

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