Gaetano Salvemini - La politica estera italiana dal 1871 al 1915

Parte prima sotto luce vivissima, fra la fine del 1901 e i primi del 1902, nelle discussioni dei giornali ufficiosi e nelle dichiarazioni degli uomini politici. Nel numero del 19 dicembre 1901, la Tribuna scrive: Un'intesa completa con la Francia su le questioni mediterranee gioverà molto a risolverle nel comune interesse. Ma non dipende esclusivamente dal beneplacito della Fran– cia che questa questione possa, nel giorno fatale, essere risolta in conformità al nostro diritto. Basta questa semplice constatazione a documentare, che la politica italirula deve avere, ora come prima, piena libertà di movimenti, e che il ravvicinamento colla Francia può coesistere con l'amicizia coll'Inghilterra e con la partecipazione alla Tri– plice. Non il ravvicinamento dell'Italia alla Francia potrà costituire un ostacolo alla rinnovazione di quell'alleanza; ma il contegno, non ispirato a crited di perfetta egua– glianza, di questo o quell'alleato. Proprio nello stesso giorno, l'ufficiosa Wiener Allgemeine Zeitung di– scute lo stesso soggetto in un articolo, che viene considerato come ispirato dal ministero degli esteri austro-ungarico: Un colpo di mano su Tripoli da parte degl'Italiani riuscirebbe certamente, data la impotenza della Turchia; vi occorre però l'adesione della Francia: donde, per l'Italia, il vantaggio di ravvicinarsi alla Francia, alla quale pagherebbe la concessione fattale, stac– candosi dalla Triplice. La Germania, però, in considerazione dei suoi buoni rapporti con la Turchia, non lascerebbe mano libera all'Italia. Inoltre sarebbe pure necessaria l'adesione dell'Inghilterra. E la Tribuna risponde: In quest'articolo è implicata la minaccia di una egoistica ostilità della Germania contro qualunque espansione italiana nella Cirenaica. Ora le ragioni che la Wiener Allgemeine Zeitung adduce a spiegazione dell'ostilità tedesca sono tali, da non far parere inopportuna la domanda, se questa ostilità persisterebbe anche con la rinnovazione della T1·iplice. È un errore imperdonabile, non di tattica soltanto, venire a dirci, a proposito del riconoscimento d~ parte della Francia del diritto dell'Italia su Tripoli: - dovete fare i conti anche con terzi, a~esso vostri alleati. Quanto all'Inghilterra noi siamo certi che conti non dovremmo farne. Quanto alla Germania, non a Vienna crediamo che se ne debba ricercare il pen– siero. Non tanto i tentativi francesi di staccarci dalla Triplice sono da temere, quanto il linguaggio poco misurato di certi apostoli della Triplice stessa. 26 Sulla Nuova Antologia del 1° gen~aio 1902 interviene nella discus– sione l'on. Maggiorino Ferraris, interpretando evidentemente le içee del go– verno di Roma: Oramai la questione di Tripoli è per noi acquisita alla legittima cerchia dei nostri interessi politici. È quindi evidente che non sapremmo concepire una rinnovazione della Triplice, in cui non fosse nettamente salvaguardata questa parte essenziale della nostra sfera d'influenza e d'azione ... Se dovessimo dare ascolto al linguaggio poco avveduto da parte della stampa tedesca ed austriaca, i Gabinetti di Berlino e di Vienna sarebbero decisamente ostili alla nostra espansione a Tripoli. Si aggiunge anzi che la Germania avrebbe garentito alla Turchia l'integrità dei suoi territori, e si troverebbe quindi necessa– riamente costretta a prendere posizione contro di noi. Fortunatamente notizie piu sicure accennano a diverse disposizioni da parte del Gabinetto di Berlino... Noi non vediamo 26 "Tribuna," 21 dicembre 1901. 70 BibliotecaGino Bianco

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